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L’islamofobia non centra niente con l’antisemitismo

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L\'islamofobia non centra niente con l\'antisemitismo
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17 Gennaio 2016

Mi trovo a constatare il fatto che, troppo spesso, per analizzare la realtà che viviamo ci si affida all’ideologia e si tende all’auto-censura attraverso un’ostentazione di perbenismo; per questa eccessiva preoccupazione di risultare offensivi per la sensibilità altrui, si arriva al punto di mascherare i fatti, si smussiamo gli angoli, fin quasi ad accusare sé stessi dei crimini subiti.

Molti commentatori, evidentemente, utilizzano una lente deformata da una propaganda strisciante per analizzare gli attacchi terroristici, una lente che viene deformata da millenni di antisemitismo (antigiudaismo, antisionismo), o addirittura una lente rotta dalla propaganda terzomondista in cui si usano stereotipi razzisti per giustificare coloro che compiono gli attentati.

Una certa ideologia, che io vedo all’interno di quella che, secondo me è una pseudo sinistra, con un volo pindarico arriva al punto di accostare l’islamofobia all’odio antiebraico. Anche qui è necessario evitare la mistificazione della realtà, poiché omologa tutto, azzerando le differenze, arrivando a legittimare l’invenzione di fatti e fonti che non sono mai esistiti pur di far stare in piedi affermazioni assurde come quella appunto che individua una similitudine, per non dire una identità, tra odio antiebraico ed islamofobia.

È bene ricordare che la paura per l’islam risiede nel fatto che la matrice dei numerosi attentati terroristici che sono avvenuti in questi primi anni del XXI secolo (e non solo) sono di matrice islamica (gli attentatori si sono esplicitamente rifatti alla loro religione per giustificare i massacri e le violenze). A che religione si rifacevano gli attentatori dell’11 settembre 2001, quelli di Bali, Madrid, Beslan, Mosca, Londra, Parigi, Gerusalemme, Tel Aviv, ecc.?
Ma mi sembra altresì opportuno ricordare che le violenze in siria, iraq, iran, afghanistan, libia, nigeria, “isis”, ecc. sono perpetrate in nome dell’islam.
Mi sembra interessante sottolineare che il terrorismo dei “palestinesi” nei confronti di Israele viene legittimato anche attraverso una pretesa islamica su Gerusalemme. Questa si fonda sul fatto che sarebbe la terza città sacra per l’islam poiché nel corso di un presunto viaggio “interstellare” di maometto, il cavallo di questi avrebbe posato uno zoccolo a Gerusalemme (anche se il corano non cita mai il nome di Gerusalemme). Questo tipo di mitologia, quando viene considerato storia, non solo da quanti l’hanno inventata ma anche dal resto del mondo, può arrivare a deformare talmente la realtà da portare a ignorare qualunque elemento archeologico, storico, documentale descriva e narri il legame tra Gerusalemme ed il popolo ebraico.
È ormai palese che le violenze di Colonia sono state fatte da islamici nei confronti di donne occidentali, in maniera collettiva ed in un certo senso strutturata; con l’avvallo culturale offerto dal fatto che l’islam considera le donne come proprietà degli uomini, e che ritiene parte della conquista di terre, popoli e nazioni lo stupro collettivo delle donne delle popolazioni che l’islam vuole assoggettare.

Questo fatto, come anche gli attentati sopra citati e quelli che purtroppo continuano ad essere compiuti quotidianamente, sono basati su fonti chiare, chi decide di ignorarli lo fa sapendo che sta narrando una favola, che sta mentendo a sé stesso ed al resto del mondo. Certo, si può sempre credere al mito del “buon selvaggio”, si può pensare che l’islam sia una minoranza da tutelare e difendere anche a scapito della propria sicurezza, nonostante i numeri e le azioni dicano esattamente il contrario. Ma non si può negare che una certa fobia, il comportamenti dell’islam la può giustificare. La storia contemporanea e la cronaca ci raccontano che spesso, vari imam, ovunque nel mondo, hanno predicato l’odio verso l’occidente, o per meglio dire l’odio verso tutti coloro che la pensano in maniera diversa. Non si tratta di fare di tutta l’erba un fascio ma di constatare il fatto che, purtroppo, sono pochi gli islamici che pubblicamente denunciano il terrorismo, che accusano l’antisemitismo, che vogliono vivere in un clima di reciprocità pacifica.
Parlando di antisemitismo, invece, troviamo che tutte le teorie che avvallano questa ideologia criminale trovano le loro radici nella menzogna e nell’odio verso il diverso. L’antisemitismo si radica in quello che fu l’antigiudaismo che, a partire dall’assurda accusa di deicidio perpetrato dagli ebrei, giustificò tutta l’azione nel medioevo ed in età moderna della chiesa e dell’inquisizione che ha considerato noi ebrei responsabili di ogni male al mondo, attribuendoci ogni tipo di colpa, costringendoci a conversioni forzate o uccidendoci, e in ogni caso distruggendo tutti i nostri libri e rubando tutti i nostri beni. In età contemporanea la scena non cambia gli ebrei sono sempre considerati colpevoli di tutto, e nel clima laicista post rivoluzionario francese l’antigiudaismo diviene antisemitismo, il problema non è più la religione ebraica e la morte di cristo ma il pretesto secondo il quale gli ebrei tendono a non integrarsi con il resto della società e quando lo fanno, a detta dei detrattori, lo fanno con secondi fini, con lo scopo di acquisire potere e di controllare la società, un esempio di documenti falsi su cui vengono costruite le azioni scellerate compiute assecondando queste stupidaggini sono i “protocolli dei savi di sion”.

Arrivando agli anni post Shoah, vediamo che l’odio antiebraico viene legittimato attraverso una nuova definizione: antisionismo. Ora dopo 6 milioni di morti non è più possibile per i “benpensanti” attaccare gli ebrei, ma diviene con un artificio lessicale possibile definire il proprio odio antiebraico attraverso l’odio verso lo Stato d’Israele, non è l’ebreo come singolo che viene odiato ma lo Stato ebraico. Si tratta di un odio collettivo/individuale verso l’ebreo che ha avuto l’ardire di formare uno Stato democratico, l’ebreo che ha imparato a difendersi, l’ebreo che non si presta ad essere un elemento di folkore ma che diviene entità politica indipendente.

Allo Stato d’Israele viene attribuita ogni sorta di colpa sia a livello internazionale ma anche, purtroppo ed ovviamente, a livello interno: se si difende dagli attentati non va bene, se si ritira da Gaza non va bene, se fa la pace con gli Stati contermini non va bene, se nel suo parlamento siedono deputati arabi non va bene, se tutte le libertà fondamentali vengono tutelate e difese non va bene, se investe in sanità non va bene, se combatte la desertificazione non va bene, se condanna coloro che commettono reati (sia che siano ex premier, ex presidenti, o terroristi) non va bene. L’unica cosa che andrebbe bene per gli antisionisti è, evidentemente, lo scioglimento dello Stato d’Israele, l’assimilazione degli ebrei e magari l’abbandono dell’ebraismo… e quindi la storia riparte come un ciclo infinito di odio che si cerca di legittimare adducendo fatti mai avvenuti. Per gli antisemiti/antisionisti è diventato principio base la regola del gerarca nazista Goebbels “Una menzogna ripetuta all’infinito diventa la verità”.
Questo excursus per dire che è quanto meno inappropriato accostare odio antiebraico ad islamofobia. Perchè il primo parte da un pregiudizio infondato di odio verso gli ebrei, mentre la seconda attiene l’esperienza di una paura causata dal terrorismo di matrice islamica.

Noi non possiamo fare la parte nostra come società occidentale e fare anche la parte dell’islam.
Da parte nostra dobbiamo mantenere una base etica che si fondi su principi morali alti: l’amore per la vita e il rigetto della morte. Un’etica che non sia solo enunciazione ma che sia vita vissuta e condivisa.

Da parte loro, gli islamici e le loro società se vogliono dimostrare di essere diversi lo devono fare combattendo essi stessi il terrorismo, devono vivere in un clima di reciprocità con l’occidente senza usare la minaccia e la violenza, e quando vengono nelle nostre città sia come turisti che come immigrati devono rispettare le nostre leggi e le nostre tradizioni, e non devono tentare di convertirci al loro credo ma neppure al loro stile di vita.
Non è mistificando la realtà ed assimilando parole assai diverse per significato e storia che si risolvono i problemi, e le tensioni esistenti oggi a causa della forte ondata di violenza terroristica che ci sta colpendo. E’ naturale avere paura, la paura è una reazione sana ad una situazione di pericolo, ciò che può fare la differenza è la capacità di affrontare e superare la paura, agendo e reagendo alle aggressioni quando è necessario.

Demetrio Shlomo Yisrael Serraglia

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