Lo ammetto, sono una contrabbandiera
10 Maggio 2011
Egregio Direttore,
scrivo per raccontarle una storia di pagamenti e contrabbando.
Come sappiamo tutti, e chi non lo sa si ritenga fortunato o ingenuo, l’Italia è un Paese dai mille problemi. In aggiunta a furti, omicidi, connivenze, corruzioni e chi più ne ha più ne metta, c’è il contrabbando, ben noto soprattutto a chi vive nei pressi delle frontiere. Ebbene, io denuncio e mi autodenuncio: sono una contrabbandiera.
Ho trent’anni, ho un lavoro da dipendente, pago le tasse, pago le multe, pago i trasporti, pago gli abbonamenti, pago le assicurazioni, pago tutto ciò che è dovuto e che lo Stato e le Amministrazioni Pubbliche ci impongono di acquistare come per esempio le revisioni obbligatorie di auto e moto o le gomme da neve in inverno. Ma sono una contrabbandiera.
In un giorno di vacanza come è stato il 17 marzo scorso, in occasione della Festa dell’Unità d’Italia, essendo la giornata piovosa, con mia mamma siamo andate a fare un giro al Fox Town, che per chi abita a Varese è l’outlet più vicino. Contente di quel paio di acquisti che abbiamo fatto rientriamo verso Varese, dove a Gaggiolo ci aspettava una coda interminabile. Per evitarla decidiamo di passare da Clivio. Una volta passato il valico, dove non c’è più la dogana per motivi che non so, una pattuglia della Guardia di Finanza ci fa accostare.
Mi chiedono la patente e mi chiedono se abbiamo qualcosa da dichiarare. E io dichiaro senza problemi. Apro il bagagliaio, mostro i N. 3 capi d’abbigliamento acquistati: una polo, un maglione, un abito da giorno, il tutto corredato dai relativi scontrini a dimostrazione, che, come è giusto che sia, anche questa volta ho pagato. Ammontare complessivo circa 360 euro. Ebbene, il Finanziere, indignato da cotanta spesa, mi informa che la franchigia per i residenti a Varese che fanno acquisti a Mendrisio è di 50 euro e che è inaccettabile far passare un valore così alto. Così, per N. 3 capi di abbigliamento, evidentemente in nostro possesso per nostro uso personale, i tre Finanzieri abbandonano il posto di blocco, salgono sulla macchina d’ordinanza e con questa ci fanno strada verso la caserma di Gaggiolo dove, sempre in tre, espletano le formalità, mi restituiscono la polo perché del valore inferiore a 50 euro e mi fanno firmare un verbale dove sottoscrivo per presa visione insieme alle loro tre firme, che mi vengono sequestrati N. 1 abito e N. 1 maglione, di contrabbando. Dallo stupore e dalla follia che mi sembrava stesse accadendo non avevo più fiato neanche per parlare. Pago, paghiamo con le nostre tasse, comprese quelle che ignorandolo stavo evadendo, 3 finanzieri che ritengono un problema così serio l’introduzione di un abito e un maglione del valore superiore alla franchigia, tanto da abbandonare il posto di blocco, mentre chissà cos altro veniva introdotto in loro
assenza?!? Vergognoso. Non dico che dovevano farmi passare. A fronte della regola, dovevano dirmi di girare la macchina e passare da Gaggiolo dove avrei dichiarato le mie cose come avevo fatto con loro e avrei pagato la mia tassa del 20%.
E invece, N. 1 abito e N. 1 maglione, sono stati sequestrati, per poi essere passati all’agenzia delle dogane, dove sono stati confiscati, quindi resi merce di proprietà dello Stato (ma perché se le ho pagate io, se le prende lo Stato?). Chiamando presso questi uffici, i signori, gentilissimi, quasi ridevano parlandomi, dato il caso che pareva a tutti paradossale (“Signora, ehmmm, dovrei chiamarla contrabbandiera, ma è ovvio che lei non lo è…”).
Multa da pagare: 64 euro (pagata). Se si rivoleva la merce, era da riacquistare da zero: 375,50 euro (pagate, perché sinceramente allo Stato – o, in buona fede, a chi per lui – di lasciare le MIE cose, proprio non mi andava).
Per non parlare delle difficoltà che avevano gli impiegati della cassa dell’Agenzie delle Dogane, a contabilizzare i soldi e le voci di entrata sempre per via dell’eccezionalità del caso. Lo credo! Immagino e spero che il loro tempo (sempre che paghiamo noi), sia meglio impiegato in casi di merce ben più pericolosa, illegale o introdotta in Italia con fini ben più illegittimi di quelli che possono essere indossare N. 1 maglione e N. 1 abito nuovi.
Ma, tant’è, la legge non ammette ignoranza, ma per stare tranquilli, seguite il mio consiglio e, se siete residenti a Varese e acquistate a Mendrisio, non superate il valore di 50 euro o altrimenti dichiarate in dogana a Gaggiolo. L’importante è non consultare la comoda “Carta Doganale del Viaggiatore” che troverete sul sito dell’Agenzia delle Dogane (http://www.agenziadogane.it), perché lì vi indicheranno che la franchigia è di 300 euro, senza fare nessun cenno alle eccezioni che possono esistere come in questo caso (che magari sul sito sono citate, ma sfido il cittadino comune lavoratore e stra impegnato ad andare a cercarle..). La legge non ammette ignoranza e neanche ritardi o imprecisioni in quanto ci viene comunicato dalla Pubblica Amministrazione e dagli Organi Competenti, che, tanto per cambiare, paghiamo. Ciao Fox Town, tu non c’entri nulla, sei stato un ambiente divertente e ricco di sorprese, ma penso non ti vedrò più.
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