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Lo stile liberty e la politica gridata

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2 Marzo 2010

Caro direttore, gentilissimo signor Ghiringhelli,

mi spiace che si senta chiamato in causa nel mio discorso peraltro generico. Tuttavia mai mi firmerò e mai verrò allo scoperto non per codarderia, ma perchè sinceramente non voglio entrare in queste polemiche politiche (la politica non è e _mai_ sarà il mio mestiere) che sinceramente, a parte l’arrabbiatura per certe cose accadute non voglio che mi tocchino.
Detto ciò, a parte i citati esempi di Liberty, effettivamente Luino NON è una città di impostazione Liberty (gli esempi più fiorenti sono sulla sponda "grassa") ma non voglio addentrarmi in sterili polemiche su ciò che è e non è attribuibile ad un dato stile, anche perchè in Italia, l’espressione dell’Art Nouveau è stata poco "canonica" e molto commista agli stili precedenti e seguenti, per cui le costruzioni sono "imbastardite" seppur con pregevoli risultati. Un esempio di tale commistione è la ahimè morta villa di Morazzone (tanto per fare citazioni "politiche") o anche il da lei citato Kursaal dell’ex hotel Simplon (troppo rettilineo per essere definito "puro" Liberty, ma comunque è di questo stile), mentre in "puro" liberty la rotonda di Viale Amendola datante 1912. Gli esempi più pregevoli di architettura a Luino sono di stile neoclassico e le numerose ville sono spesso in stile eclettico con qualche nota di
Liberty o di neoclassico (rivisitato nel ‘900) o addirittura neogotico (ricordiamo che il ‘900 è si l’epoca del Liberty, ma anche di sintesi dei vari stili precedenti, almeno in Italia paese in quel periodo
leggeremente arretrato per quanto riguarda le tendenze architettoniche europee, ma pertanto unico). Perciò Luino è un sommarsi di stili e talvolta le architetture non sono inquadrabili entro determinati canoni.

Quanto alla citazione di Sciascia, direi che è meglio lasciare i Santi in paradiso. Quello che mi dà fastidio è la POLITICA GRIDATA, meglio l’ipocrisia del doppiopetto se poi sortisce i medesimi risultati alla fine. Lo stile prima di tutto, l’eleganza; difficilmente una persona potrà mai apprezzare il "bello" se negli atti e nelle parole non mantiene un certo understatement: il politico deve essere un esempio di equilibrio delle parole, l’approvazione della folla inferocita di gesti plateali non è un metro di valutazione. Detto ciò qui chiudo un polemica, che mi rammarica aver aperto soprattutto nei confronti della Sua persona il che non era nelle mie intenzioni. Sicuro che lavorerà per il bene della Cittadinanza, tenevo solo a fare queste precisazioni senza voler scagliare nessun attacco personale; mi scoccia di essere chiamato Quaqquaraqquà, ma, scomodando il compianto Sciascia, alla fine il capitano Bellodi suo malgrado scopre che nulla può contro una cosa di cui tutti negano l’esistenza e alla fine diventa la sintesi di tutte le categorie se vogliamo, ergo un "Nessuno".
Quindi questa definizione forse può anche piacermi.

Concludo dicendo: Socrate per mano di Platone diceva, «so di non sapere»; probabilemente avrò scritto "baggianate", ma amo scrivere perciò non mi è pesata la cosa.
Cordiali saluti e scusandomi ancora per il baillamme che ho tirato in ballo, ma le giuro non volevo proprio.
Il signor Nessuno (non Odisseo perchè deriva da ‘οδυσσομαι’ – odiare- e io non odio nessuno; però significa anche essere odiato…).
Il signor Nessuno (lettera firmata)

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