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Luna park, quanti problemi

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28 Marzo 2006

Egregio Dottore,
torna il Luna Park a Varese, tornano i soliti problemi per la collettività in termini di eccessivo rumore e caos viablistico.
Problemi che non possono non ripetersi dipendendo prevalentemente dallo stato dei luoghi troppo vicini al centro abitato e troppo limitati perché sia possibile gestire la massiccia mobilità indotta dalle attrazioni presenti in riva al lago.
Le sue sponde è bene siano riservate al turismo e alla tutela naturalistica.
Non è invece ad ospitare com’è in parte per la Schiranna manifestazioni reiette in altri luoghi della città e che la trasformano in una anonima periferia come diremo in appresso.
Questo annoso problema contro cui si sono da oltre un ventennio scatenati i comitati dei residenti, le associazioni ambientaliste, frange dei consessi politici locali deve essere risolto una volta per tutte da chi ha il compito di amministrare la città di Varese.
Chieda 3, per favore, all’Arpa competente di effettuare un’indagine per verificare se la rumorosità del Luna Park soprattutto nelle ore serali dei fine settimana è conforme a legge.
Se si avessero dei riscontri positivi da parte di Arpa, si potrebbe una volta per tutte trovare una inoppugnabile ragione per risolvere le questioni di cui dibattiamo, senza ulteriori fastidi viabilistici e per i timpani degli schirannesi e a tutto vantaggio (finalmente) dell’ordine e del bel vedere dei varesini e dei loro ospiti.
Torno come quasi da vent’anni a questa parte solo brevemente a lamentarmi dell’inopportunità che nel sito lacustre più importanti di Varese debba essere presente, come c’è e continua a essere tollerato, dietro Parco Zanzi,un parcheggione pronto ad ospitare qualsivoglia manifestazione dal Luna Park alla Fiera di Varese.
Anche il nuovo e vigente PRG, di cui è partito il procedimento di adeguamento ai nuovi bisogni, aveva riconosciuto la incompatibilità di questo spazio con la vocazione turistica della Schiranna.
Non vogliamo essere insensibili alle collettive necessità di divertimento.
Lo stesso, siamo certi converrà con noi, non va ricercato comunque e dovunque. Soprattutto a detrimento di altri interessi certamente superiori quali il diritto di proprietà e quello al quieto vivere
Questo problema va assolutamente risolto non solo dal Comune di Varese ma in un’ottica intercomunale. La Provincia di Varese potrebbe o dovrebbe quindi farsi carico del problema.
Altro correlato (o, come penso, opportunità territoriale), è quello che si possa addivenire alla creazione di un parco intercomunale o zona tutelata del sponde dei laghi di Varese, non a macchia di leopardo bensì correlato col Parco del Campo dei Fiori e con quello del Ticino attraverso la Palude Brabbia.
Ciò a tutela della bellezza e integrità naturalistica del nostro paesaggio e per la migliore valorizzazione anche a fini turistici delle nostre tradizioni
Anche, in questo caso, in un convegno svoltosi tre anni fa alla Whirlpool di Comerio, io, la LIPU, il Sindaco di Casciago ed altri, ebbimo a partecipare questa necessità all’ Assessore Provinciale all’Ecologia Francesco Pintus invitandolo ad adoperarsi in questo senso.
Dovranno essere: consultate a questo proposito le Università di Economia e Scienze; sentiti i Comuni come le associazioni ambientaliste varesine e chiunque altro possa avere esperienza nella formazione e gestione di aree protette; potranno essere utilizzati fondi dell’Agenda 21 che Provincia e Comune di Varese hanno attivato nel territorio di competenza.
Perché la presente non diventi carta straccia, apra per favore a proposito della stessa un procedimento e ci inserisca, dandocene sollecito avviso, all’interno come per Legge (L. 241-90 anche come successivamente modificata).
Vivissime cordialità

Arturo Bortoluzzi - Amici della Terra

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