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Ma lo sapete che differenza c’è tra disobbedienti e black block?

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8 Luglio 2009

Egregio Direttore,
leggo sui vari blog e social networks lo scatenarsi di "opinionisti" riguardo a prevedibili disordini e proteste con l’augurio si faccia ampio ricorso ai manganelli. Tutti personaggi che non rispondono mai ad una precisa domanda: "Sapete almeno che differenza c’è tra disobbedienti e black block?" Ovviamente o non gliene frega niente di saperlo o fa gioco non saperlo. E così si fa comodamente e faziosamente di ogni erba un fascio. Beninteso non appartengo a nessuna di queste fazioni ne condivido o appoggio il ricorso alla violenza ed al vandalismo, solo mi piace approfondire le tematiche sociali conscio che nulla è quello che sembra o poco è vero di quello che vogliono farci credere.

Ho seguito a fondo le tragiche vicende del G8 di Genova e mi auguro non abbiano a ripetersi a L’Aquila e di questa ultima non capisco la scelta; abbiamo forse bisogno di compassione? O speriamo assurdamente nella compassione e nel senso civico dei delinquenti vestiti di nero? La scelta di Genova fu un’idea debennata di D’Alema non fosse altro per il fatto che è una città indifendibile e che ben si presta alla guerriglia urbana per come è fatta. Poi Berlusconi & co. hanno fatto il resto.

Quello che mi sconcerta è che quei tragici fatti oggi fomentano la voglia di manganello, confermando una deriva ideologica in cui il nostro Paese sta sprofondando dimentico che alla fine dei conti il fascismo ha trascinato l’Italia in una sconfitta bellica, in un orrendo genocidio ed in povertà quasi assoluta della gente normale, i tanti "borsaneristi" ne uscirono arricchiti. Io credo che gli errori abbiano una valenza positiva se poi si evita di ricommetterli ma i corsi e ricorsi della storia mi smentiscono, da sempre ed ovunque quando una società sprofonda nella decadenza il popolo bue anela all’avvento di un "potere forte". Poi la stessa storia c’insegna che il rimedio è sempre peggiore dei mali. Ed a Genova di errori ed orrori ne sono stati commessi tanti da ambo le parti.

Gli anarco-insurrezionalisti black block, i vandali veri, sono stati adeguatamente pestati dai manifestanti del corteo nord composto da gente che sa fare le manifestazioni e ben conosce come s’infiltrano i provocatori. Vista la mal parata sono calati, indisturbati ed incontrollati dai vari contingenti antisommossa, verso il corteo sud (quello oceanico dei pacifisti e delle associazioni di volontariato) compiendo quegli atti che oggi i tanti perbenisti benpensanti ed ignoranti la realtà degli eventi usano per fare di ogni erba un fascio, auspicando ancora una volta l’ampio uso dei manganelli.

Quando parlo o scrivo queste cose non dimentico mai di ricordare che lo Stato ha usato lacrimogeni tossici e genotossici proibiti dalla Convenzione di Ginevra, fatto noto agli "addetti ai lavori" (come chi scrive) ai quali sono state distribuite le schede tecniche con la prescrizione di tenere le finestre chiuse che poi andavano lavate con guanti e mascherina; come mai non lo hanno detto ai genovesi? Non se ne parla ne se ne scrive ma ancor oggi a Genova c’è chi sta male.
Ed in questo caso chi si è macchiato di colpe ulteriori al massacro di gente inerme, confermato dalle cronache giudiziarie e dalle condanne internazionali?

Infine, come mai non si organizzano queste "kermesse" su isole blindate e difficilmente raggiungibili? Quelle dei supercarceri per esempio? Tutti in tenda come Gheddafi, altro che suite presidenziali che paghiamo tutti noi. Non fosse altro per il fatto che in questi vertici si decide "umanitariamente" di abbonare il debito estero dei paesi poveri a patto che questi riducano le spese sociali, quelle sull’istruzione in primis.
Il modo principale d’impedirne lo sviluppo e mantenerli schiavi. Che ipocrisia globale! Da tutto questo il mio dissenso verso il G8 ed i perbenisti,
cordialità.

Ferdinando Mattei - Varese

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