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I miei auguri di Natale ai cittadini di Busto Arsizio

Il fascino della neve a Busto Arsizio
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24 Dicembre 2020

Caro Gesù Bambino,

Sono Stefano, un bambino Cristiano ( ora si dice buonista) di 41 anni e ti scrivo perché anche in quest’anno molto difficile, tra qualche giorno verrai a ricordarci l’importanza di farsi prossimo all’umanità che soffre anche se ci reputiamo, come te, “troppo piccoli” e spesso pensiamo di essere insignificanti. 

Ovviamente ti scrivo questa lettera non per me ma per tutti i miei concittadini di Busto Arsizio, non solo provati da questo sofferto 2020 dove hanno saputo fare e dare tanto, ma prossimi ad un 2021 in cui si troveranno anche a dover fare tante scelte importanti per il loro futuro amministrativo. 

Non so se anche tu, saltando tra una e l’altra delle nostre 13 parrocchie, ti sei fatto la mia stessa impressione; la Busto che osservo da un po’ è una città con enormi potenzialità, troppo spesso nascoste o boicottate per interessi di parte (anche se spesso non è quella dei cittadini, ACCAM docet). Questo sta inducendo sempre più cittadini, o per opportunismo o per smarrimento, a scegliere di spingere la propria testa nella sabbia all’ingresso della stalla di Betlemme invece che tenerla bella dritta a guardare quella stella sulla capanna; guida per immaginare un armonioso futuro di inclusione sociale che sia per tutti e non solo per i “pastori del gregge” più vicini alla “mangiatoia”. Tutto si estremizza, tutto è tifoseria: tifo sfrenato a difendere anche l’errore più marchiano da una parte e dall’altra, supporter dell’inedia più assordante anche quando si ha evidente ragione comprovata dai fatti.  

Quello che si ottiene è una città anestetizzata e incapace di senso critico nell’immaginare un modo di vivere diverso e migliore: sia questo per un costante senso di impotenza o legato ad un autocompiacimento nell’essere dalla parte giusta della “mangiatoia” di Betlemme.

Come regalo per noi cittadini di Busto, ti chiedo di far riscoprire il CORAGGIO DI RIALZARE LA TESTA e decidere come porsi verso questi due atteggiamenti: agitatori di “bandierine” spesso senza un senso critico al ritmo di SLOGAN pensati da qualcun altro o TIFOSI ATTENTI a capire che se non ci si preoccupa di curare lo “STADIO” in cui ci si ritrova tutti, prima o poi lo stesso crollerà miseramente.  

Vorrei che con il CORAGGIO riapparisse in città la gioia del confronto e della condivisione di idee la cui bellezza e efficacia non è meno forte se pensata da qualcun altro fuori dalla nostra cerchia; una città cresce se si sanno donare ed alternare genialità e pragmatismo, bastone e carota… non sempre e solo il bastone;

Non ti addurrò molti esempi, sei onnisciente non per niente, ma con 3000 amici abbiamo chiesto un parco nuovo in città in una zona da riqualificare ma siamo stati snobbati.

Vorrei una Busto che dimostri di avere FAME di FUTURO, di SPERANZA, di COERENZA, fame di qualcosa di diverso dei soliti imbonitori da gregge che promettono mari e monti senza riuscire poi ad assumersi uno straccio di responsabilità anche davanti a milioni di euro dei cittadini letteralmente BRUCIATI. Tutto cade nell’oblio, e nel giro di un paio di giorni, cioè fino al momento in cui la memoria collettiva si resetta, si riparte a stringer e sventolar bandiere che sanno sempre più di autolesionismo. Non voglio convincermi con il tuo aiuto che Busto non sia solo questo.  

Dona agli uomini di buona volontà di questa città la voglia di mettere da parte i personalismi e uniscili per immaginare un futuro diverso che non veda come massima ambizione quella di scegliere il colore del rivestimento della sedia che si vuole occupare. 

 Ah dimenticavo… Buon compleanno per domani… 

Stefano Marchionna

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