Moderare la velocità: civiltà, non cervello

11 Giugno 2006

Ciao cari ex colleghi di Varesenews,
vi scrivo dopo aver letto alcune opinioni sul tema Incidenti in moto . Sono la cugina di Andrea, il ragazzo morto dieci giorni fa a Cantello, anche io e il mio compagno andiamo in moto da anni. la nostra scelta, dovuta alla nostra passione è ricaduta su un’altra Suzuki Gsx-R 600, moto di un certo calibro. Il tema Incidenti in moto è un tema caldo, soprattutto per chi ama scorazzare come noi soprattutto nei week end, e per chi, come noi, ha la possibilità di andare in pista di tanto in tanto. Fino qualche giorno prima dell’incidente di Andrea ammetto che andare in giro per noi voleva dire trovare la strada meno trafficata e farsi una bella corsa, ad oggi vi assicuro che tutto è diverso. Il nostro conta Km è bloccato ai 100 Kmh, a dire tanto, il che vuol dire per una macchina andare circa a 60 Kmh. non è tanto questione di “Cervello” come leggo in alcune lettere dei lettori, ma di “Civiltà”. Due anni fa siamo andati a girare al Nurburgring in Germania e vi posso dire che lì è tutta un’altra storia. Per strada le auto si spostano per far passare le moto, cosa che da noi in Italia è impensabile. Purtroppo oggi per lavorare tutti necessitano di un auto, questo potrebbe giustificare tutte le code che troviamo, soprattutto sulla strada del Lago. Il problema è che in Italia non esiste mettere le frecce, guardare gli specchietti, fare attenzione, fermarsi agli stop… Anche noi andiamo in giro in auto, ma essendo per prima cosa motociclisti andiamo in giro con un certo comportamento! Che dire… nel nostro caso è bastata la morte di un caro amico-parente per farci cambiare, spero che Voi ci arriviate prima.
Un saluto