Moto, troppa approssimazione anche tra gli istruttori
8 Giugno 2006
Gentile Direttore,
Concordo con la lettrice che chiede più controlli e dove servono, ma reputo che il problema non vada limitato ai soli controlli. A mio avviso i fattori da considerare sono molteplici, ed ognuno ha origini diverse. Ne cito alcuni, tra quelli che, a mio avviso, sono i principali.
Uno riguarda il conseguimento delle patenti A (moto). Ne so qualcosa, lavoro presso un’autoscuola, e vedo una forte impreparazione sia degli allievi, degli esaminatori ed anche degli istruttori. Gli allievi possono accedere alla patente di categoria A3 (quella che non prevede nessuna limitazione di potenza o di cilindrata), anche senza la benchè minima esperienza su due ruote, spesso senza nemmeno aver mai usato un ciclomotore. Basta avere compiuto 21 anni e via, pronti a salire su moto che per prestazioni e capacità di guida nulla hanno da invidiare alle moto che corravano in pista meno di 10/15 anni fa.
La maggior parte degli esaminatori e istruttori non sono all’altezza della situazione, molti di loro nemmeno sanno usare una moto, neppure nel percorso (ridicolo) previsto dall’esame, eppure i primi rilasciano la patente e gli altri “insegnano” ad andare in moto. (verificate pure quanto ho appena scritto).
Vi è qualcuno propone circuiti dove sfogare i propri istinti corsaioli. Conosco gente che va al lavoro ogni giorno con il proprio motorino (assolutamnete regolare, max 45 kmh), per poi sfogarsi nei weekend in pista, senza tutti i rischi che vi sono in strada, per sè e per gli altri. Purtroppo in pista non vedremo mai gli smanettoni da strada, lì non conta l’imbecillità di fare i 200 Kmh in mezzo agli altri o l’idiozia del sorpasso in piena curva, in pista conta solo il cronometro..
Ritengo inoltre che molte volte la stampa cerchi di rendere meno amara la realtà. Consideratemi pure cinico, ma reputo ipocrita scrivere “era un bravo ragazzo”, “era prudente”, o quanto si fa uso del termine “fatalità” riferendosi a un deficente (in quanto mancante di rispetto per se e per gli altri utenti della strada) che si schianta contro una fila di auto ferme solo perchè scambia la tangenziale di Varese per il circuito del Mugello, o a chi non riesce a fermarsi prima di un veicolo fermo in mezzo alla strada o, peggio ancora, a chi spreme 1a e 2a di un 1000cc in mezzo alle strade di un paese (per chi non lo sapesse, una Yamaha R1, 172 cv a 12.500 giri e 172 kg di peso, passa tranquillamente i 140 kmh con le prime 2 marce, e in meno di 5 secondi..). Quali controlli potrebbero impedire questo comportamento?
Ma non reputo pericolosa la moto in sè, bensì chi la usa senza la benchè minima preparazione, tecnica e, sopratutto, mentale.
Forse ognuno di noi potrebbe iniziare nel suo piccolo a porre rimedio a questo sterminio, a cominciare dal genitore che spesso non vede (o fa finta di non vedere?!) lo scooter del figlio con montate marmitte non omologate e elaborazioni varie: è come se fosse complice in caso di incidente! A 14 anni non si hanno i soldi per prendere 150/200 euro di marmitta elaborata!! E magari va aggiunto il casco slacciato o sistemato alla buona per metà, se non anche il passeggero abusivo in allegato, su un mezzo che non è tecnicamente in grado garantire una buona tenuta di strada e spazi d’arresto contenuti quando viene gravato del peso di due persone.
Peccato che si tenda solo a focalizzare il problema “multa” anzichè il problema sicurezza derivante da questi comportamenti (e tralascio i problemi legali che sorgono quando il conducente minorenne provoca un incidente con a bordo un passeggero..)
Questi sono i futuri motociclisti ed automobilisti!!!
E non sarà mai quel poco che potranno fare un poliziotto o un vigile non interessati a far “cassa” con l’autovelox, o un istruttore tecnicamente preparato o un esaminatore serio e coscienzioso a frenare questo massacro.
Iniziamo a mettere sale nella zucca contenuta in molti caschi (e in molti abitacoli)che vediamo in giro ogni giorno.
Le stesse cose credo si adattino bene anche agli automobilisti e, non dimentichiamoli, i ciclisti, sopratutto quelli che si credono al giro d’Italia, viaggiando in 2/4 file alla faccia delle regole del codice della strada a cui anch’essi devono attenersi.



Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.