Niente più come prima

2 Ottobre 2025
Dopo la Flotilla, niente sarà più come prima. Per questo tanti sforzi a ridicolizzare l’impresa, gridare all’irresponsabilità, all’irrispettosità e all’intralcio, ipotizzare basse finalità, vocazioni vacanziere, sottolineazioni d’inutilità. Invocazioni di recedere e al contempo assumere quello stesso ritiro come prova della vigliaccheria radical chic dei protagonisti. Poi, attingendo al paternalismo, si è tentato di dire che lo scopo di farli mollare era l’evitare che questi corpi divergenti si potessero far male, come se il male eventualmente non fossero già pronti a farglielo loro coi loro decreti, ed altri con i loro droni e arresti.
Perché tanta energia spesa non nella solidarietà verso chi prenda iniziative spinto da autentica partecipazione di fronte all’assurdo, alla violenza e all’ingiustizia, ma nella svalutazione di questo nobile desiderio di giustizia, come ha fatto e sta facendo il governo e la relativa stampa a supporto, irridendo e deprecando?
Le parole ed il tono utilizzate dalla premier, da Salvini e dagli altri promotori degli osceni decreti sicurezza, rende conto di tutta la paura che i loro sforzi per reprimere dissenso, cambiamento, e le regole nate dal basso anziché quelle da loro imposte, finiscano, come auspicabile, nel nulla che sono e rappresentano.
Sanno che non è facile frenare un moto che nasca dalla coscienza civile e sociale di un popolo, che sia capace di motivarlo, riscaldarlo e renderlo coraggioso, anche di fronte a minacce di punizione e condanne, che possono essere efficaci ed agire da deterrenti solo se si è in pochi e impauriti.
Che “El pueblo unido jamàs serà vencido” che pensavamo reperto di altre epoche e spinte, è cosa nota, almeno a parole, sino ad oggi. Cercare di porre un argine a questo fiume carsico ora emerso il tutta la sua rumorosa, fresca e non violenta liquida vitalità, è impossibile, almeno per un paese che abbia conservato una minima parvenza democratica e la memoria della sua origine. Bisogna approfittarne finché questa è ancora in grado di resistere.
Si può parlare di disobbedienza civile quale antidoto al potere, e di anticorpi di un sistema immunitario ancora sano di fronte all’autoritarismo, sebbene si sia cercato e si cerchi in tutti i modi di farlo implodere, così che diventi malattia autoimmune cronico degenerativa, da curare magari con la sanità privata.
Gli esempi che la flotilla internazionale ha dato sono diversi. Per primo l’antinazionalismo, che nelle nuove generazioni, cresciute ad Erasmus e Rete, ha sapore di un inconcepibile, nostalgico, grottesco, ingiustificabile conservatorismo e reazionarismo. Secondariamente in un mondo sempre più virtuale, la riscoperta dell’uso del corpo e dell’assunzione del rischio relativo nella comunicazione politica, alla maniera gandhiana, capace di far arretrare anche un impero come quello britannico. Il terzo è relativo all’unica conservazione che veramente ha ragion d’essere, quella dell’utopia. Il desiderio e il diritto cioè, delle nuove generazioni, di immaginare un futuro equo ed inclusivo, non violento ed ecologico, dove le regole siano condivise e il potere non autoritario e disonesto, teso solo alla sua riproduzione.
I volontari hanno intuito la difficoltà in cui si trovano i dinosauri in via di estinzione che proprio per questo si dibattono e lottano ad armi, denaro e sangue, sempre più apertamente malvagi, tra loro e contro chi li vorrebbe deporre, proponendo alternative di pensiero e sistema.
Adesso i pericoli maggiori sono coloro che da infiltrati possano predicare ed agire violenza, inzaccherando anche tutte queste forze sociali sane da proteggere ed ascoltare, come pure il rischio è che qualcuno di loro, carico di rabbia instillata, possa rovesciare il suo malcontento solo su un gruppo o una parte o un popolo, che non ha altra colpa che aver subìto e subire ingiustizie e distorsioni sia della religione che del potere infame che lo domina e confonde.
Occorre restare memori di quello che è successo negli anni della strategia del terrore (anni ’70 e ‘80) che questi giovani non hanno conosciuto direttamente, e che negli esiti ha raccontato l’intreccio tra servizi segreti, CIA, governi, mafia, massoneria, vaticano, finanza, destre eversive, mirato ad attribuire responsabilità a chi voleva rinnovare la società, mentre quell’intreccio contribuiva a far piazzare bombe e realizzare attentati e rapimenti ad estremisti neri e rossi al solo fine di mantenere lo status quo ed evitare ogni possibile cambiamento.
Basti pensare ad uno degli articoli del decreto sicurezza, per capire che questo è un pericolo reale, laddove si afferma l’impunità degli agenti segreti che creino e dirigano associazioni a fini terroristici, distribuiscano istruzioni per la creazione di ordigni esplosivi e altre armi, e le detengano. Che istighino quindi, in pratica, deleteri comportamenti per poi meglio reprimerli. Una storia che il potere conosce da sempre.
Se questo disobbediente fiume in piena del cambiamento sano e pacifista saprà trovare i mezzi per contrastare tutti questi tentativi disperati di sopravvivenza dei Tirannosauri Rex mondiali, e non demordere, che altro dovremmo dire loro se non: coraggio, ragazzi, il futuro è vostro, createvelo!
Maria Novella Lombardi
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