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Noi, maschi discriminati

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9 Novembre 2007

Caro Direttore,
ecco la prova del nove di quanto da me detto precedentemente: nella sua lettera, la signora Scanferla conferma l’esistenza di una vera e propria violenza contro gli uomini. Come definire altrimenti una lettera, come la sua, che attacca indiscriminatamente gli appartenenti al genere maschile in favore della totalità delle donne? Come giudicare un punto di vista che parla esclusivamente di “comportamenti diventati istintivi di prepotenza degli uomini e di sottomissione delle donne”, e non di “prepotenza di alcune PERSONE e di sottomissione di alcune altre”? La violenza non ha colore della pelle, non ha religione, non ha orientamento politico e, soprattutto, non ha sesso. Il giorno in cui si deciderà di uscire dalla “prima elementare” e di smetterla di fomentare questa ridicola opposizione “maschietti contro femminucce” si potranno finalmente affrontare con successo i problemi della nostra società, tra cui il fenomeno violenza. In quanto ad altre affermazioni fatte dalla signora Scanferla, come la cosiddetta “sfera dominante degli uomini” eccetera, mi limito a ribattere con le sue stesse parole: “tutti noi, uomini e donne, s iamo prigionieri di frasi ripetute, atti compiuti senza riflettere, stereotipi assimilati di cui non sappiamo liberarci”. Ci pensi, Adriana, quando si chiede perché le donne “abbiano comportamenti di istintiva sottomissione”: forse è perché, come lei, si fidano troppo di ciò che i mass media martellano nelle loro teste e non si sanno guardare intorno con oggettività. A questo proposito le consiglio questo link, dove può trovare i VERI DATI NON FILTRATI DAI MEDIA circa le violenze domestiche: www.dirittoefamiglia.it/docs/Altri/scienza/violenza.htm
Inoltre: le donne non sono affatto il soggetto economicamente più debole. Provi a chiedere un contributo in Camera di Commercio per aprire una qualsiasi impresa, le risponderanno che la precedenza nell’assegnazione dei fondi sarà esclusivamente data alle donne. Provi a entrare in politica, o in una grande azienda, o nelle forze dell’ordine: avrà la strada spianata solo per essere nata femmina. Provi, provi a informarsi. Quindi, forza donne, approfittate di questa discriminazione antimaschile e fate carriera, cosa aspettate? Non basta ancora?
Personalmente, nonostante io sia un uomo, guardi un po’, non ho mai usato violenza su nessuna donna né mai lo farò, per il semplice motivo che non userò mai violenza su NESSUNO, maschio o femmina che sia, giovane o vecchio, bianco o nero. Come se lo spiega? Sono un caso da affidare alla scienza? Mentre io mi limito a “difendere” me stesso e il mio genere di appartenenza, lei invece “attacca”. Chi tra noi due muove violenza contro il sesso opposto, quindi? Lei, esatto. Ma le dirò di più: non per questo io, e stia pur certa gli altri uomini con me, affermeremo che “tutte le donne sono violente e misandre (dal greco misein, odiare, e andros, uomo, ndr)”, a differenza di quanto venga comunemente affermato per tutti gli uomini quando anche solo un (1) uomo compie un crimine contro una (1) donna. Non male per chi, come lei, “tende a privilegiare l’aspetto sentimentale della vita”.
Cosa fare quindi di concreto, a livello politico, almeno in Italia? Semplice: affiancare, come già ribadito anche da diversi servizi televisivi in merito, all’attuale ministro per le cosiddette “Pari Opportunità” (che guarda caso è una donna) un uomo, che sia una figura di riferimento per il genere maschile e ne tuteli i diritti e il rispetto.
Un’ultima domanda: questo indefinito odio sessista che prova nei confronti del genere maschile l’aiuta forse a vivere meglio? Ci rifletta, soprattutto quando pensa a maschi a lei cari.

Michele

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