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“Non rilasciate i siluri, sono pericolosi per l’ecosistema!”

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4 Agosto 2010

pesce siluro Egregio direttore,
ringrazio il presidente del Gruppo Siluro Romagna per il suo intervento che ha il merito di aprire, anche il provincia di Varese, il confronto, importantissimo per l’equilibrio dei nostri laghi e dei nostri corsi d’acqua, sulla diffusione di pesci infestanti come i siluri.
Per quanto mi riguarda, il “caso dei siluri” è molto diverso da quello di altre specie alloctone che, dall’Ottocento ad oggi, sono state introdotte nelle acque italiane per i seguenti motivi ben evidenziati dalla bibliografia scientifica:
1) in Italia, fino agli anni Settanta, di pesci molto grossi, c’erano stati soltanto gli storioni che, tuttavia, vivevano unicamente nel Po e  nel primo tratto dei suoi affluenti verso la foce, oppure, in tempi remoti anche nei maggiori corsi  come l’Arno, il Tevere, ecc. Gli storioni, tuttavia, non erano presenti tutto l’anno ma solo nei periodi di frega e, per giunta, nutrendosi unicamente di sostanze organiche e di pesci morti o moribondi, non potevano essere considerati dei predatori veri e propri.
2): i siluri, invece, non hanno “zone” preferite come tutti i nostri predatori nazionali o nazionalizzati (zone da luccio, zone da black, da persico, eccetera) ma li si può incontrare anche in quegli “ambienti” particolari che madre natura aveva destinato ad oasi di riproduzione e ripopolamento , tipo posizioni con acque basse nei fiumi , posizioni con lame, ghiaieti e sabbiaie nei torrenti, oppure  nei tantissimi canali, canaletti, rogge, e fontanili, che erano veri e propri vivai di miliardi di avannotti o di piccoli pesci. I siluri, entrando in forze anche in tali settori, come dimostra un’ampia documentazione fotografica in merito, hanno ridotto ormai quasi a zero la riproduzione di altre specie autoctone.
3) i siluri sono pesci giganteschi con una biomassa da dieci a cinquanta volte superiore a quella dei predatori “nostrani”. Per poco che mangino (si fa per dire visto che raggiungono i due metri di lunghezza ingurgitando circa 100 kg di pesce all’anno!) è evidente che il danno prodotto alle altre specie è incredibilmente alto.
Coloro che difendono i siluri spesso lo fanno solo a titolo personale di egoismo nel pescarli e’ rilasciarli. Non esitano a rilasciare i siluri ma non si formalizzano nell’attaccare ai loro ami, per cercare di catturarli, pesci ” vivi ” come carassi, tinche , carpette o altro ancora , qualcuno addirittura trote ..( visto con i mie occhi )!!…
Non bisogna dimenticare che la legge italiana in materia di pesca considera i siluri dei pesci alloctoni , invasivi e dannosi per il nostro ecosistema acquatico perché minacciano le nostre specie autoctone, più pregiate, ormai quasi in via di estinzione.
Coloro che pescano e rilasciano i siluri commettono, pertanto, un grave errore amministrativo, violando le leggi di pesca ma sopratutto contribuendo al loro sviluppo e proliferazione nei nostri fiumi laghi e canali.
Alcune volte coloro che sostengono la pesca e il rilascio dei siluri lo fanno, purtroppo, anche in ragione di introiti commerciali dato che tali pesci muovono un grosso business: ami, fili, canne, mulinelli, barche, ecoscandagli e quant’altro, tutte attrezzature specifiche per assicurare la loro cattura.
Certe associazioni che ne esercitano assiduamente la pesca , tipo il GSI , obbligano addirittura i loro soci, una volta catturati i siluri, ad usare il ”telo, a trattarli con tutte le migliori cure del caso, a rilasciarli subito dopo le foto di rito, contravvenendo così alle leggi di pesca che ne vietano il rilascio promuovendone, invece, la soppressione.

Coloro a cui piace praticare questo tipo di pesca dovrebbero avere almeno la compiacenza di non rilasciare gli esemplari pescati contribuendo così alla diminuzione di questi voracissimi pesci giganti.
Da pescatore appassionato, anche se non più praticante, quale mi considero avevo già lanciato l’allarme siluri due anni fa e spero che, in provincia di Varese, prevalgano l’intelligenza e il buon senso per limitare l’espansione di pesci che, in tanti decenni dal loro inserimento illegale nelle nostre acque, hanno fatto e continueranno a fare ancora parecchi danni all’ecosistema.
Nessuno nega che l’inquinamento e i veleni sciolti nelle nostre acque siano grossi problemi ma essi richiedono precise denunce alle autorità competenti e non hanno nulla a che vedere con la difesa dei siluri.
Mi auguro, pertanto, che l’Assessore Specchiarelli e la provincia di Varese, che hanno giustamente lanciato un Programma di controllo e contenimento del pesce siluro, vogliano intervenire in questo dibattito per rassicurare la maggioranza dei pescatori dei nostri laghi e corsi d’acqua.

Fabrizio Mirabelli
Consigliere comunale PD

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