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Non tutti i romeni sono nomadi

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8 Novembre 2007

Caro Direttore,

vorrei anch’io dire la mia sull’immigrazione rumena, poichè credo di avere voce in capitolo in quanto “temporaneamente immigrato” a Zurigo per motivi professionali. Il primo messaggio che deve essere chiaramente espresso è che: non tutti i Rumeni sono Nomadi, ma è anche vero che molti Nomadi oggi in Italia provengono dalla Romania dove sono presenti in grossa percentuale sul totale della popolazione. A oggi molti Rumeni sono in Italia e lavorano davvero molto, sia come collaboratori domestici sia come dottori o ingegneri. Ad ogni modo a chiunque capiti d’andare a Bucarest puö incappare in zone abitate da Nomadi, ed è evidente che proprio in Romania tali “cittadini dell Unione Europea” non sono assolutamente integrati. Le zone dove vivono i Rom sono molto spesso sporche è vi è una chiara aria di disagio sociale ben diverso dalla “decorosa povertà” di altre zone della città. I rapporti tra i rom e il resto della popolazione Rumena è assolutamente difficile e molto spesso mi sono trovato a subire commenti intolleranti da soggetti che in base al biglietto da visita che presentavo avrebbero dovuto essere istruiti. Premesso cio’ e chiarito che il problema integrazione inizia dallo stato di provenienza di questi nuovi cittadini dell Unione, pongo alcune domande:
1) La prima ai super pro Europeisti sempre e comunque. Ha senso allargare l’ Unione Europea quando i potenziali Stati membri non sono ancora abbastanza sofisticati da tutelare gli Stati già membri? A chi giovava l’entrata della Romania nell’Unione se non alle grosse aziende e banche che mirano a creare un mercato unico? Ma ai cittadini i “pro europeisti sempre e comunque” ci pensano? Personalmente come cittadino ci ho solo guadagnato un aumento nel numero di disperati che possono potenzialmente attaccare la mia persona e la mia proprietà come gli ultimi fatti di cronaca hanno infelicemente mostrano.
2) Perchè non creare un sistema all’americana o tipo Svizzera tale per cui è veramente possibile fare una selezione all’ ingresso dell immigrato accogliendo solamente il personale qualificato e quello per il quale vi è strettamente bisogno della nostra industria?
3) Perchè si ha ancora paura di dire tolleranza zero per chi non rispetta la legge (incluso l’ingresso in Italia senza permesso di soggiorno per i cittadini extra UE) ma anche possibilità di integrazione totale per chi dimostra di meritarlo?
Voglio concludere lasciando un’ ultima nota, chi merita di piu’ di essere italiano, uno zingaro rumeno che viene in Italia e lavora come badante per 10 anni pagando le tasse, oppure un soggetto che nonostate sia nato in Italia estorce il pizzo ai nostri negozianti? Essere italiano è un privilegio, iniziamo a riconoscerlo e a permettere solo a coloro che veramente meritano di poter accedere ad esso, ma allo stesso tempo s’impari che ormai essere italiano non significa piu’ essere solamente bianco e cattolico, ma che vi sono anche delle minoranze diverse.

Tommaso Cherubino
Attorney at Law

Tommaso Cherubino

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