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Nord: niente di nuovo sul fronte occidentale

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28 Giugno 2006

Gentile Direttore,
quasi quasi c’è da essere allegri, per lo show messo in scena questa mattina sul palcoscenico de LeNord.
Almeno, forse, qualche nervo tirato tornerà a saltare, e le bocche dei pendolari, chiuse per caldo, stanchezza e rassegnazione, si riaprono su quella quotidiana vergogna che mai si vergogna di sé, ovvero del servizio delle fu FNM oggi LeNord. Già, è bastato un periodo di ritardi “accettabili” perché tornasse quella patina ovattante, tanto gradita ai dirigenti di piazzale Cadorna, sullo scandalo quotidiano fatto di ritardi, di treni infuocati o gelati, di ragazzi e ragazze in maglietta
al posto dei controllori, di disinformazione, di opere neanche tanto grandi che non sono ancora terminate dopo vent’anni dal loro inizio. E sulla sistematica violazione degli accordi sottoscritti da quella cosa, evidemente senza valore, chiamata “Carta dei Servizi e della Mobilità”.
Le Ferrovie Nord hanno cambiato nome, ma la loro efficienza resta immutabile, tanto quanto la loro spocchiosa arroganza. Tutto è tranquillamente impantanato, a cominciare dalle indagini della tanto strombazzata Commissione Trasporti della Regione Lombardia, del cui
lavoro non si ha più notizia. Ormai mesi fa, il PolloNord inviò una petizione firmata da 1500 pendolari: risultato? Nemmeno una risposta delle più formali, né da parte delleFNM né da parte della Regione Lombardia. Anche quel piccolo gesto è rimbalzato senza alcun suono sul solito muro di gomma. Di politici vogliosi di affrontare seriamente il problema non se ne vedono, i media non possono accontentarsi del semplice, sordo malcontento, e i pendolari sono troppo stanchi, troppo educati o semplicemente troppo polli per dargli la notizia occupando i binari.
Avanti così, a deglutire una rabbia che non interessa a
nessuno.

Paolo Pedrazzini

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