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Nuovo stadio, un progetto inutile

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20 Dicembre 2005

Il 12 dicembre 2005 viene lanciato dai vertici del Varese 1910 il progetto per un nuovo stadio a Varese. Un’arena coperta da 9.900 posti, il campo in erba sintetica, suite destinate ad accogliere squadre ospiti, cantanti e attori per le kermesse del nuovo Franco Ossola. E poi un centro commerciale, un asilo infantile, supermercato, discopub, palestre, cinema multisala e ristoranti.
Per completare l’opera un grande parcheggio interrato di 39mila metri quadrati e un parco che abbraccia anche il Palazzetto dello sport.
Un progetto che francamente lascia allibiti per molti aspetti: il costo dell’opera -150 milioni di euro- di provenienza privata e nessun nome dei finanziatori.
Trecento miliardi delle vecchie lire per una colata di cemento spacciata come una «grande opportunità per Varese» secondo le parole del patron del Varese 1910 che aggiunge «perdere questa occasione sarebbe un errore grave».

Un errore grave è spacciare una speculazione edilizia di questa portata (cosa c’entrano cinema, centri commerciali e ristoranti con lo sport?) con il rilancio di tutto lo sport varesino.
Un madornale errore avallare un progetto del genere da parte di alcuni politici e in particolare di un esponente di primo piano della sinistra varesina.
Dulcis in fundo se il progetto andrà in porto perderemo per sempre il velodromo Luigi Ganna e la pista d’atletica che grazie alla lungimiranza di chi sostiene «abbiamo pensato a tutto» verranno smantellati e ricostruiti al campo sportivo di Calcinate degli Orrigoni. È immorale pensare di fatto di regalare una struttura pubblica ai privati con la sola scusa dei costi di gestione e cancellare i luoghi dello sport varesino in nome della modernità.

Noi della Uisp intendiamo lo sport come un diritto per tutti i cittadini, pensiamo infatti che lo sport per tutti sia un bene che interessa la salute, la qualità della vita, l’educazione e la socialità. Lo sport è un riferimento immediato ad una nuova qualità della vita da affermare giorno per giorno sia negli impianti tradizionali, sia in ambiente naturale. È ora che le istituzioni rispondano alla necessità di sport e salute della nostra società non con questi progetti faraonici ma creando i presupposti per una pratica sportiva alla portata di tutti con costi sostenibili e allargando la fruizione a tutte le fasce sociali.

Harry Bursich, Franco Zanellati - Comitato provinciale Uisp Varese

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