Pacs? No grazie

2 Giugno 2006

Egr. Direttore,

in riferimento alle reazioni di Valerio Federico (Coordinamento della “rosa nel pugno” di Varese) alle dichiarazioni di Molinari (Margherita) debbo prendere atto che ancora una volta questa “nuova” (si fa per dire…) formazione politica non ha colto la sua incapacità di di attrarre a sè (per fortuna) l’elettorato varesino, quanto quello nazionale. La società locale, come quella italiana, si è dimostrata lontana da certe pretese tutte infarcite di invettive contro la Chiesa e di slogan libertari, ma che poi di fatto si traducono in una traballante, quanto grottesca, “apologetica del desiderio”. E’ il caso, tanto per fare un esempio, dei famigerati “pacs”: ma perchè mai la società dovrebbe impegnarsi a garantire diritti propri delle coppi coniugate – e già difficilmente assicurati a queste…- anche a coloro che pur vivendo insieme non intendono assumersi gli oneri del matrimonio ? Se poi aggiungiamo che tanti diritti individuali sono già assicurati ai conviventi dal diritto privato (vedi l’interessante contributo di U. Folena, I pacs della discordia , con buona pace della confusione in materia del neo-ministro Bindi…) è evidente che anche solo la proposta di istituire in sede locale il registro delle unioni civili non può non far arricciare il naso a tanti cittadini di buon senso, cattolici e non. D’altra parte la società italiana ha già largamente dimostrato di non farsi incantare da certe sirene in occasione del clamoroso responso di un anno fa ai quesiti referendari. Le proposte innovative di cui abbiamo bisogno sono ben altre !

Saluti