Perché continuate a chiamarci Sinistra Estrema?
9 Agosto 2007
Egregio Direttore,
lo sconcertante silenzio che avvolge l?uso immotivato, smodato, continuo tanto da diventare stucchevole di termini quali, sinistra estrema, sinistra radicale, sinistra antagonista, sinistra massimalista, rivolti nei confronti di partiti e movimenti collocati a sinistra del Pd, mi induce ad esprime alcune riflessioni.
A parte la bizzarria di chiamare estremisti quanti chiedono il rispetto del programma sottoscritto da tutti i partiti dellUnione, tanto che verrebbe da chiedersi se non fossero tutti estremisti compresi quindi D’Alema, Rutelli e soci allor quando furono vergati i punti programmatici oggetto delle accese discussioni di questi giorni, ciò che balza all?attenzione anche del meno attento fruitore dell?informazione sia locale che nazionale , è l’inedita alleanza di settori politici e culturali diversi tra loro ma concordi nell’indicare come estremisti i partiti di sinistra del governo Prodi.
Divisa su quasi tutto, l’inedita alleanza scopre (forse pretestuosamente) di andare d’accordo su un unico tema : accusare la sinistra di essere radicale ed estremista.
Ecco che allora i buoni diventano i cosiddetti riformisti, mentre i cattivi quelli della sinistra radicale. Nessuno che si indigna, nessuno che metta in luce questa anomala e autentica bufala, nessun autorevole intellettuale che di solito commenta perfino sul sesso degli angeli che fiati; nessuna protesta per questo autentico imbroglio verso i cittadini e gli elettori.
Indipendentemente però dal lavorio sul tema di alcuni giornali che tutto dicono e fanno tranne che mettere in pratica la famosa regola dei fatti staccati dalle opinioni che non fa ben sperare sull’affrancamento dell’informazione dal potere politico (ma questa è la stampa, bellezza), verrebbe da chiedersi, ma sono sicuro che nessuno lo farà mai in un pubblico dibattito, quali possono essere i motivi reali di questa anomala alleanza, e per quale recondito motivo anche la parte politica dell’Unione che si proclama responsabile e moderata e dichiara di volere lavorare per una politica lieve (Veltroni), o ambisce a desiderare un Paese? normale?(D’Alema) giochi così sfacciatamente sugli aggettivi e sulla divisione . Non vorrei, tento di dare una risposta, che dietro tutto questo mescolare nel torbido, vi sia la mano di quanti già pregustano maggioranze di nuovo conio? Tuttavia, e nonostante questo dubbio, è utile però ragionare se questo non sia un grave errore da parte di alcune forze politiche con il rischio di indebolire ulteriormente il governo Prodi.
Per queste ragioni non è utile, non serve a nessuno, dipingere la sinistra come estremista. E a quanti si ostinano a percorrere la strada della divisone non sarebbe cosa vana ricordare quanti danni nel passato sono stati provocati al Paese dai veri estremisti e quanto questi hanno concorso a creare un clima di tensione e concorso alla pesante sconfitta culturale e politica della sinistra.
Sarebbe un bene, se ne avvantaggerebbero tutti, in primo luogo il governo, ritornare pertanto allo spirito unitario di inizio legislatura dicendo chiaro che non esistono estremisti pericolosi e che la diversità delle idee è una ricchezza non un ostacolo. Che si può fare sintesi delle diverse posizioni e lavorare speditamente sui punti qualificanti del governo. Che non è estremista chiedere l’applicazione del programma sottoscritto da tutti.
Estremista, invece, è non volere il superamento dello scalone pensionistico della legge Maroni. Estremista è non procedere al superamento della legge Biagi. Estremista è non volere soluzioni adeguate e non penalizzanti per battere il precariato giovanile e non giovanile. Estremista è non volere un sistema di Welfare che dia certezza di garanzie sociali per milioni di persone. Estremista è pensare che esista una questione settentrionale e non, piuttosto,la questione meridionale.
Estremista è non battersi per una economia compatibile con le risorse ambientali. Infine, estremista e immorale, è ricattare la sinistra alludendo a nuove maggioranze.
Oltre a questo c’è però anche un?altra questione che riguarda l’informazione e come questa indirizza i cittadini.
Anche in questo caso cambia il merito ma le modalità sono esattamente le stesse. Generalmente, tranne lodevoli eccezioni, si denota il tentativo nemmeno tanto nascosto di occultare le notizie che riguardano i partiti di sinistra e segnatamente il movimento di Sinistra Democratica: tranne quando lo si annovera tra i cosiddetti partiti della sinistra estrema?
Non c’è giorno da quando Veltroni è assurto a salvatore della causa del Pd , che commentatori o presunti tali, esponenti politici di primo, secondo, terzo piano, non disquisiscano con dichiarazioni di cui si sente poco il bisogno ma che solertemente trovano per più giorni la disponibilità dei mezzi di informazione nazionali e locali. Non vi è telegiornale che non ci informi delle dichiarazioni di un certo Rotondi, segretario della neonata Democrazia Cristiana o della Mussolini che, forti del loro 1,50% di voti, fanno a tutti sapere previa disponibilità, cosa essi pensano su svariati argomenti: dalla politica al gossip.
Altrettanta disponibilità invece non trova il movimento di Sinistra Democratica.
La domanda, ingenua ma semplice semplice è: perché?
È lecito e possibile mi chiedo, reclamare una informazione che renda visibile un movimento nelle cui fila vi sono dodici Senatori, ventidue Deputati, cinque Deputati Europei, un Ministro della Repubblica, cinque sottosegretari e conta l’adesione di intellettuali di prestigio, amministratori locali e nazionali di indubbie capacità e dirittura morale, migliaia di iscritti in tutta Italia? Quali sono i motivi che hanno fatto passare sotto silenzio due disegni di legge approvati dal Parlamento che garantisce, il primo i diritti soprattutto delle donne vietando la pratica della firma preventiva in bianco e senza data per ottenere lavoro, mentre il secondo fissa come ordinaria la forma del lavoro a tempo indeterminato e limita il lavoro a tempo determinato a fatto straordinario da concordare collettivamente.
Per carità, io per primo non penso che vi sia un complotto ai danni di Sinistra Democratica o che vi sia una strategia concordata tendente ad occultare consapevolmente notizie riguardanti un movimento che ha deciso altro rispetto al vecchio partito di appartenenza.
Penso però che l’autorevolezza di un giornale, nazionale o locale che sia, è tale se da conto anche delle attività di formazioni politiche di cui si possono anche non condividerne gli scopi.
Cordiali saluti
Antonio Riccardi
Coordinatore provinciale di Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo



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