Povero re!
8 Settembre 2005
Caro direttore,
sono commosso. La lettera del sig. Gabanizza dell?Associazione Tricolore su re Umberto I di Savoia mi ha toccato il cuore.
Non ho potuto fare a meno di immaginare il ?re buono? (così soprannominato perché difficile trovargli una qualità da statista), con gli occhi gonfi, poggiare il capo sul petto prosperoso della duchessa Eugenia Litta, sua amante da sempre, e lasciar scivolare i lacrimoni lungo i ridicoli baffi alla notizia dei 110 operai milanesi massacrati a cannonate dal gen. Fiorenzo Bava Beccaris su ordine del presidente del Consiglio Di Rudinì il 7 maggio 1898.
Certo, la moglie (e cugina) di Umberto, la regina Margherita, aveva definito “marmaglia plebea” i dimostranti di Milano; certo, quei Milanesi si lamentavano per niente, visto che comunque guadagnavano di più dei braccianti ferraresi e dei cafoni pugliesi che avevano già assaggiato i fucili del Regio Esercito, eroico contro operai e contadini, ma capace di farsi sconfiggere in battaglia
dall’esercito abissino; certo gli agitatori socialisti, come il Turati e la Kuliscioff, sobillavano il popolo con richieste assurde, come il diritto di voto, il riposo festivo, la limitazione dell’orario di lavoro a 12 ore,
l?abrogazione del dazio sul pane (in fondo si dovevano pur pagare le fallimentari campagne d’Africa, gli scandali bancari, i casini di caccia reali…).
Malgrado tutto però Umberto era triste per quei poveri operai milanesi fatti a pezzi dalle granate dei suoi militari; e chissà quanto deve aver sofferto (povero re!!) quando, meno di un mese più tardi, mentre ancora si stavano
seppellendo i cadaveri, concesse al gen. Bava Beccaris, il macellaio di Milano, la Croce di Grande Ufficiale dell’Ordine Militare di Savoia (onorificienza, la cui attribuzione era prerogativa esclusiva della Casa Reale)”per il grande servigio reso alle istituzioni”.
Sparare sugli operai milanesi con i cannoni è un “grande servigio reso alle istituzioni”: si coglie in questa frase la profonda tristezza di re Umberto I per gli operai milanesi.
Io non so su quali letture si fondino le conoscenze storiche degli iscritti all’Associazione Tricolore, ma suggerirei di sfogliare un po’meno i diari dei ministri dell’epoca (tutti aristocratici) e un po’di più i libri di
storia che parlano delle condizioni di vita e di lavoro nella Lombardia di fine ‘800.
Ma se l’Associazione Tricolore vuole esaltarsi per la figura di Umberto I e dell’infausta casata sabauda, è libera di farlo, ognuno si sceglie i suoi eroi.
Quel che invece c’è da chiedersi è perché un sindaco, che si dichiara leghista, abbia riesumato dai magazzini, in cui era motivatamente riposta dai tempi della guerra, e posto in bella vista nel più bel parco di Varese la statua di un massacratore di Lombardi come Umberto I, esponente di una dinastia che solo danni ha portato al popolo lombardo: ignoranza storica o incompetenza politica?
Cordiali saluti
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