Prima di votare, un excursus temporale
20 Maggio 2006
Egregio Direttore,
dopo mesi di commissariamento dell’Amministrazione Comunale siamo giunti alla vigilia delle elezioni amministrative per il rinnovo del Consiglio Comunale e per l’elezione del Sindaco, questa mia per condividere alcune riflessioni con i cittadini di Varese. Senza presunzione e con il massimo rispetto delle idee altrui, mi permetto di consigliare ai lettori di riflettere e valutare l’operato delle forze politiche di centro-destra cha hanno amministrato la città di Varese negli ultimi anni, mi scuserete se mutuo alcuni termini dal diritto commerciale ma mi piace pensare ai cittadini come a degli azionisti che affidano ad un consiglio di amministrazione la gestione della società, alla fine di ogni esercizio gli utili vengono spartiti tra gli azionisti che alle opportune scadenze vengono chiamati a rinnovare o meno la fiducia agli amministratori.
Sono consapevole che iniziative e decisioni che ci sono apparse aberranti e deplorevoli dopo pochi anni incominciano a diventare un ricordo sbiadito, e dimentichi dello sgomento che ci hanno causato incominciamo ad accettarle come eventi naturali. Prima di votare e firmare una cambiale in bianco ai futuri amministratori di Varese facciamo un viaggio nella memoria.
Nel settembre del 2002 in una giornata piovosa compariva nella Piazza Monte Grappa il sole delle alpi, non tra le nuvole ma nell’aiuola cittadina, un vero e proprio simbolo di partito nel cuore della città, di tale iniziativa bisogna rendere merito all’allora Sindaco Aldo Fumagalli e alla sua Giunta di centro-destra. Dopo lo sgomento che tale stravaganza leghista ci ha causato abbiamo dovuto metabolizzare l’incredulità e sperare in un ripensamento della Giunta Comunale che non ci è mai stato. A memoria non ho mai visto in nessuna città italiana simboli di partito negli spazi verdi del patrimonio comunale, pensate quale scandalo avrebbe causato vedere scudi crociati o falce e martello nelle aiuole e nei giardini pubblici.
Nel novembre dello stesso anno, mentre il Parlamento si accingeva a varare una finanziaria di austerità per Regioni ed Enti locali, il Sindaco Fumagalli annunciava la volontà di aumentare da 10 a 12 i componenti della Giunta Comunale, tale scelta sconsiderata era motivata, solo ed unicamente, dall’esigenza di ripristinare una situazione di equilibrio nei rapporti di forza tra i partiti politici del centro-destra all’interno del Governo cittadino. Basti pensare che la città di Brescia, con una popolazione di 210.000 abitanti, più del doppio di Varese, all’epoca aveva una Giunta di 10 assessori, mentre le città europee di medie e grandi dimensioni hanno un esecutivo di soli 5 o 6 componenti. All’epoca, attraverso la stampa locale, mi permisi di proporre a Sindaco e Giunta di ridurre le proprie indennità in misura tale da permettere l’ingresso dei nuovi amministratori senza maggiori spese sul bilancio comunale, tale suggerimento fu completamente ignorato.
Nel dicembre del 2002 l’allora Sindaco di Varese in un editoriale pubblicato sulla Padania dal titolo “Le ipocrisie del tricolore” si scagliava contro il Presidente della Repubblica Ciampi “colpevole” di aver proposto l’istituzione della celebrazione del tricolore nel giorno del 7 gennaio, anniversario della nascita della bandiera italiana. Queste esternazioni, oggi come allora, non possono non ripercuotersi sull’immagine della Città di Varese che solo un anno prima aveva rifiutato di concedere, a costo zero, il suo patrocinio al centro per gli asilanti, indispensabile per ottenere finanziamenti dall’Unione Europea.
Qualcuno potrà farmi notare che queste iniziative erano opera di Aldo Fumagalli, ma teniamo ben presente che la Giunta Comunale di centro-destra è stata sempre connivente e solidale con il primo cittadino, senza mai dissociarsi.
L’anno 2003 si contraddistingue per una gestione disinvolta del Patrimonio Comunale. Basti pensare a Villa Baragiola acquistata due anni prima e con una destinazione d’uso incerta per non dire inesistente, abbandonata al degrado e all’incuria per troppo tempo fino all’inizio dei recenti lavori di ristrutturazione e all’ex Caserma Garibaldi oggetto del progetto di acquisizione da parte dell’Amministrazione Comunale senza avere preventivamente deliberato la destinazione d’uso dell’immobile. Nonostante numerosi immobili continuassero a confluire nel patrimonio comunale il Comune continuava negli anni a sostenere i costi di onerose locazioni per gli uffici comunali.
L’anno 2003 verrà, invece, ricordato per l’utilizzo improprio di “Varese quotidiano on line” (organo ufficiale del Comune di Varese) da parte degli amministratori di Palazzo Estense, basti ricordare l’articolo “La sinistra sbaglia bersaglio”, resoconto dell’atto vandalico contro il monumento del Bersagliere che d’improvviso si trasforma in un feroce attacco politico contro la Sinistra. L’Ufficio Stampa del Sindaco va fuori tema, parlando in modo assai critico delle contestazioni del ’68, dell’abolizione dell’insegnamento a scuola dell’educazione civica, del G8 di Genova e dell’indultino varato dal Parlamento.
Nell’anno 2004 tanto per ricordare lo spessore culturale del Sindaco e della Giunta basti pensare alle affermazioni dell’allora primo cittadino in merito al vile atto vandalico ai danni della Cooperativa di Belforte, sede provinciale dell’Associazione Nazionale Partigiani, scritte aberranti inneggianti alla repubblica sociale italiana deturparono la lapide dedicata ai martiri della resistenza. Fumagalli anziché condannare duramente l’accaduto preferì insinuare odiosi sospetti e dubbi in merito agli autori del gravissimo atto vandalico, “le scritte fuori dal circolo di Belforte ? Non posso dire davvero quello che penso, ma vorrei guardarli in faccia questi graffittari. Il loro tempismo politico è quanto meno sospetto “.
Evito di commentare questa frase ignobile.
Nello stesso anno intitolazione di un largo della città in onore dell’ambiguo Edgardo Sogno, comandante partigiano “Franchi”, Medaglia d’oro per l’impegno profuso durante la Resistenza, ma anche falangista in Spagna a sostegno del dittatore Francisco Franco durante la guerra civile spagnola e presunto istigatore, negli anni 70, di un tentativo di colpo di Stato. Edgardo Sogno, fervente antifascista ed anticomunista che negli anni 70 non rispettò le regole democratiche dello Stato repubblicano nato dalla Resistenza.
La mia proposta, diffusa attraverso la stampa locale, di intitolare una via o una piazza di Varese ad eroi civili come i giudici Falcone e Borsellino o a vittime della crudeltà dell’uomo come Primo Levi, non fu accolta dalla classe dirigente di centro-destra. Non dimentichiamoci le esegerate spese di rappresentanza (viaggi all’estero) dell’allora Sindaco di Varese e le esorbitanti spese di comunicazione (propaganda) dell’Amministrazione Comunale di centro-destra.
Nell’anno 2005 l’unica iniziativa brillante del Sindaco di Varese, Aldo Fumagalli, le sue dimissioni dalla carica di primo cittadino e il conseguente scioglimento del consiglio comunale.
Preferisco non commentare l’avviso di garanzia che colpì l’ex Sindaco Fumagalli prima delle sue dimissioni ed aspettare l’esito dell’attività giudiziaria.
Spero di non aver tediato il lettore con questo viaggio nella memoria, mio unico intento è fornire elementi ai miei concittadini per ricordare, giudicare e votare nel migliore dei modi.
Concludo, ringraziando il Commissario Straordinario del Comune di Varese, dottor Sergio Porena, per la dedizione e per l’impegno profuso in questi mesi nell’amministrazione della città di Varese.
Cordialmente
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