» Invia una lettera

Referendum: l’invito al “no” della diocesi di Milano

1 Stella2 Stelle3 Stelle4 Stelle5 Stelle
Loading...

15 Giugno 2006

Egregio Direttore,
è assordante il silenzio con cui gli esponenti della “case delle libertà” hanno accolto l’invito della Diocesi di Milano a votare NO in occasione del referendum sulle modifiche alla Costituzione.
Eravamo ormai abituati a una gara fra i politici della destra che volevano accreditarsi come interpreti sempre più autentici e fedeli delle direttive ecclesiastiche e ora arriva, purtroppo per loro, questo spiacevole “incidente di percorso” a metterli in imbarazzo.
Speriamo tutti, naturalmente, che questa esperienza possa servire ad evitare in futuro un uso strumentale della religione che mortifica la chiesa e che squalifica i politici che vi fanno ricorso per miserabili interessi di partito (e che spesso conducono una vita privata e pubblica in netto contrasto con le teorie che dicono di difendere, a parole).
Il messaggio pubblicato dal settimanale della Diocesi di Milano, guidata dal cardinale Dionigi Tettamanzi, è chiaro fin dal titolo “Votare per la Costituzione, votare NO”.
Questa netta presa di posizione è determinata da un giudizio negativo sulla riforma proposta che appare “troppo contrassegnata da una volontà di parte, tanto che essa si presenta a tratti come come la semplice giustapposizione e sistemazione delle richieste delle singole forze politiche che componevano l’ex maggioranza”.
E ancora “dove è più marcato l’orientamento riformatore, il risultato appare problematico, se non pericoloso, soprattutto là dove si enfatizza la figura del primo ministro, con una concentrazione di poteri non riscontrabile in altri modelli democratici e parlamentari, e con la parallela restrizione delle attribuzioni e del ruolo che spettano agli organismi di controllo e di garanzia”.
Continua poi, il documento della Diocesi, esprimendo dubbi su una “devolution poco solidale”, su un “bicameralismo pasticciato”, su un “presidenzialismo strisciante che rischia di esautorare il Parlamento”.
Il pronunciamento si conclude infine con un appello esplicito: “riteniamo opportuno salvaguardare la Costituzione del 1948 attraverso un voto negativo al referendum”.
Sono parole chiare, e pesanti, basate su motivazioni che non si possono che condividere.
Si tratta di un invito inequivocabile teso a salvaguardare, questa volta, i diritti di tutti.
Per questo io ritengo che chiunque abbia a cuore il destino dell’Italia, senza distinzione fra destra e sinistra e fra credenti e non credenti, debba andare a votare un NO convinto il prossimo 25 giugno.

Giuseppe Provasoli - Gallarate

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.