» Invia una lettera

Ricordi di una maestra

1 Stella2 Stelle3 Stelle4 Stelle5 Stelle
Loading...

5 Settembre 2008

Caro direttore,
anch’io purtroppo ricordo “la maestra”.
Una suora gigantesca e severissima che ha condizionato in male la crescita di noi scolare; in compenso in seconda elementare componevamo temi che adesso se va bene si compongono in seconda liceo.
Poi sono diventata io “la maestra” e ho avuto la fortuna di esercitare la mia professione nelle scuole dei quartieri più disagiati e a diciannove anni ero alle prese con problemi enormi.
Ma avevo un grande entusiasmo per quella che consideravo una delle professioni più belle e gratificanti: aiutare i bambini a diventare adulti consapevoli e dotati degli strumenti per leggere e interpretare i fenomeni dell’esistenza.
Nessuno dei miei alunni mi ha mai chiamato “maestra”, non so perchè si rivolgevano a me usando il mio nome, forse mi reputavano una di loro, al massimo il “capobranco”
Da ciò e da altri particolari deducevo che per loro ero molte cose ed era giusto così; non ho mai dovuto alzare la voce per ottenere silenzio o attenzione, era normale ascoltare il capobranco come era normale scendere nel cortile a giocare a pallone dopo ore di lezione, io ero un ottimo portiere e per questo salivo di molto nella loro considerazione.
Mi piaceva insegnare le varie materie come se facessimo un viaggio, una specie di conquista quotidiana del sapere; ci divertivamo molto e i risultati non mancavano. Ero convinta e lo sono ancora più di prima ,che il compito fondamentale dell’insegnante è presentare lo studio come un percorso di arricchimento personale che accompagna una persona dalla nascita alla morte e la scuola ha soprattutto lo scopo di educare i ragazzi al bello sviluppandone lo spirito critico e potenziando i loro talenti e le loro passioni in embrione, il resto viene da sè.
Poi sono arrivati plotoni di insegnanti per classe, ma io ho dovuto lasciare l’insegnamento per motivi di salute. Non me ne rammarico più di tanto: quando mi capita di dare qualche lezione privata a dei ragazzini mi prende spesso lo sconforto, quando parlo con qualche insegnante, non faccio di ogni erba un fascio ovviamente, capisco perchè a tredici anni non sanno scrivere tre righe di seguito, in compenso si recano a scuola con il carrello della spesa per contenere i quaderni.

Roberta

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.