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Riflettori sull’ospedale. E la periferia resta al buio

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7 Febbraio 2006

Egregio direttore,
le invio, per conoscenza, la lettera che ho mandato al Commissario Prefettizio del Comune di Varese e alla società So.Le del gruppo Enel.

Abito in via Lazio e, da quando sono iniziati i lavori per il nuovo ospedale, la nostra via e le vie limitrofe sono diventate invivibili.
Capisco che i disagi di noi abitanti siano causati dal traffico veicolare e talvolta da parcheggi selvaggi che rendono difficoltoso lo scorrimento delle auto. Non riesco invece a capire come mai i lampioni della pubblica illuminazione siano diventati un oggetto d’ornamento e non di pubblica utilità come dovrebbe essere, visto che sono sempre spenti; e quando raramente sono accesi, ci si accorge della loro esistenza solamente guardando il cielo. A tutto questo si aggiunge una pessima pavimentazione stradale che rende più pericoloso il transito delle auto e l’attraversamento pedonale.
Per l’amor del cielo, non pretendo che la nostra periferia diventi bella e luminosa come il centro cittadino, dove si sono spesi fior fior di soldi, ma quantomeno voglio più sicurezza per noi abitanti e per i pedoni che si recano in ospedale nelle ore serali.

I cartelloni fuori dall’ospedale dicono “stiamo facendo più bello il nostro ospedale” ma chi farà più bella e sicura la nostra periferia?

Carlo Muselli

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