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Rifondazione Comunista: la voglia di partecipazione rinasce nelle piazze

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25 Settembre 2025

Il 22 settembre è stato un giorno di grandi mobilitazioni in tutta Italia. Lo sciopero indetto dai sindacati di base ha trovato una grandissima adesione, in tutte le principali città ed anche nei centri minori si sono tenuti cortei e presidi molto partecipati, un incredibile numero di cittadini diversi per età e professione è sceso in piazza a manifestare il dissenso per il totale silenzio del governo sul genocidio del popolo palestinese.

Indubbiamente si è trattato di una grande mobilitazione, come non se ne vedevano da tempo, che non può che trovare nel PRC, che ha sostenuto tanto lo sciopero generale indetto dai sindacati di base quanto lo sciopero indetto da CGIIL il 19 settembre, grande riconoscimento ed approvazione. E’ stato indubbiamente un grande momento di partecipazione che, considerato la crescente sfiducia nella politica e il conseguente disimpegno diffusosi drammaticamente negli ultimi anni, sembra segnare un’inversione di rotta, ovvero il desiderio da parte dei cittadini di tornare ad agire attivamente, di organizzarsi e compattarsi su temi ed eventi di grande impatto e rilevanza.

Purtroppo però alcuni fatti accaduti a Milano stanno dando occasione a molti media ed alla propaganda di destra per ridurre il grande risultato che questo sciopero ha avuto, raccontando di violenze inaccettabili, di espressione della sinistra arrogante che sa solo devastare, incapace di ogni confronto. Quanto accaduto a Milano in particolare, dove effettivamente alcuni elementi che facevano parte di quella parte del corteo dopo aver sorpassato i cancelli che erano stati bloccati ha avuto un comportamento decisamente violento e distruttivo scaraventando arredi, distruggendo e frantumando vetrine, ha finito per mettere in cattiva luce tutto il corteo e tutti coloro che alla manifestazione avevano aderito e non solo. Constatiamo che gli stessi tacciono invece rispetto al comportamento delle forze dell’ordine, che a quanto riferitoci dai presenti è stato più orientato all’attacco anche un po’ brutale ai manifestanti più che volto a contenere le intemperanze di alcuni.

Crediamo d’altra parte che la protesta violenta nasca dalle condizioni di esclusioni sociale, esasperazione, marginalizzazione ed isolamento che in molti subiscono nella nostra società, ma con questo non vogliamo diventi assolutamente la nostra modalità di azione nella società e perciò ce ne discostiamo e la condanniamo. Il timore è poi che alcuni infiltrati abbiano deliberatamente puntato sulla violenza per screditare e mettere in pessima luce quanto stava succedendo. In particolare con l’attuale orientamento politico di governo pronto a strumentalizzare attaccare e banalizzare chi manifesta dissenso anziché cercare il confronto.
Il rischio di esporci gratuitamente alle critiche della destra comporta è molto forte, tanto più che nonostante la grande affluenza allo sciopero siamo in una fase storica in cui molta parte dei cittadini, spesso immersa nelle difficoltà quotidiane e allontanata dalla partecipazione politica da anni di cattiva gestione della stessa e da ideologie caratterizzate dall’individualismo, dalla ricerca della realizzazione personale ed al timore ed al rifiuto di ciò che non si uniforma, rischia di essere facilmente vittima di una propaganda che semplifica e banalizza.

Partito della Rifondazione Comunista – Federazione di Varese

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