San Damiano de Veuster
11 Marzo 2010
Caro Direttore,
sul sedile di un treno ho trovato un periodico cattolico del quale non ricordo esattamente il
nome (Padre Pio, Missionario, qualcosa del genere.) e, non avendo altro da leggere, mi sono
lanciato in quella strana lettura. Fra gli articoli, uno ha attirato la mia attenzione: San
Damiano de Veuster, prete missionario alle Hawaii, intorno alla metà del 1800. Un particolare
importante: in quel periodo i lebbrosi venivano sbarcati tutti sull’isola di Molokai, e Damiano
decise volontariamente di risiedere su quell’isola, ben sapendo che quella sarebbe stata la sua
tomba. Infatti, Damiano fu contagiato dalla lebbra e dopo alcuni anni di sofferenza morì di
tale malattia. L’articolo si soffermava sulle virtù eroiche di Damiano, sulla sua dedizione
verso il prossimo, sul fatto che sotto la sua direzione il popolo dei lebbrosi si diede regole
ed ordine.
nome (Padre Pio, Missionario, qualcosa del genere.) e, non avendo altro da leggere, mi sono
lanciato in quella strana lettura. Fra gli articoli, uno ha attirato la mia attenzione: San
Damiano de Veuster, prete missionario alle Hawaii, intorno alla metà del 1800. Un particolare
importante: in quel periodo i lebbrosi venivano sbarcati tutti sull’isola di Molokai, e Damiano
decise volontariamente di risiedere su quell’isola, ben sapendo che quella sarebbe stata la sua
tomba. Infatti, Damiano fu contagiato dalla lebbra e dopo alcuni anni di sofferenza morì di
tale malattia. L’articolo si soffermava sulle virtù eroiche di Damiano, sulla sua dedizione
verso il prossimo, sul fatto che sotto la sua direzione il popolo dei lebbrosi si diede regole
ed ordine.
Non intendo in questo scritto sminuire di un solo millimetro i meriti del santo, però non posso
fare a meno di notare un dettaglio: decidendo di coabitare con i lebbrosi, Damiano sapeva di
contrarre certamente la malattia, che allora era incurabile e che provocava la morte. Damiano,
è come se si fosse suicidato, un suicidio lento, certo, ma sempre di suicidio si tratta. Al di
là del motivo, più o meno nobile, Damiano ha cercato e trovato la morte.
fare a meno di notare un dettaglio: decidendo di coabitare con i lebbrosi, Damiano sapeva di
contrarre certamente la malattia, che allora era incurabile e che provocava la morte. Damiano,
è come se si fosse suicidato, un suicidio lento, certo, ma sempre di suicidio si tratta. Al di
là del motivo, più o meno nobile, Damiano ha cercato e trovato la morte.
Il pensiero corre subito ad Eluana ed a tutte le situazioni in cui la Chiesa Cattolica si
oppone con forza alla scelta di una persona di decidere sulla propria vita. La famosa
"sacralità" della vita, che secondo la Chiesa non ci appartiene e non ne possiamo disporre a
nostro piacimento. Mi sembra che ci sia una contraddizione. Beppino Englaro è stato aspramente
contestato da Chiesa e popolo cattolico, per aver aiutato Eluana a disporre della propria vita,
Damiano invece ha fatto la stessa cosa, e la Chiesa lo ha fatto santo. Curioso, vero?
oppone con forza alla scelta di una persona di decidere sulla propria vita. La famosa
"sacralità" della vita, che secondo la Chiesa non ci appartiene e non ne possiamo disporre a
nostro piacimento. Mi sembra che ci sia una contraddizione. Beppino Englaro è stato aspramente
contestato da Chiesa e popolo cattolico, per aver aiutato Eluana a disporre della propria vita,
Damiano invece ha fatto la stessa cosa, e la Chiesa lo ha fatto santo. Curioso, vero?
Ma non è finita qui. Proseguendo la lettura dell’articolo mi sono imbattuto in un altro
dettaglio interessante: prima di sbarcare a Molokai, Damiano chiese il benestare al suo
superiore, il vicario apostolico monsignor Luigi Maigret, il quale glielo concesse senza
esitare. Pertanto, Damiano decideva di sacrificare la propria vita, la Chiesa gli ha dato il
permesso, Damiano moriva, la Chiesa lo ha fatto santo. Mi pare che la cosiddetta sacralità
della vita non sia difesa sempre con lo stesso entusiasmo: una persona in stato di incoscienza
irrecuperabile, tenuta in vita artificialmente, non ha il "permesso" di andarsene, mentre una
persona sana, che decide deliberatamente di andare incontro alla morte per rendere servigio
alla propria religione, ha il lasciapassare con sigillo e gli onori postumi. Ah, dimenticavo il
terzo dettaglio: sbarcato sull’isola, la prima cosa che fece Damiano fu di costruire una chiesa
e di stabilire la parrocchia di Santa Filomena.
dettaglio interessante: prima di sbarcare a Molokai, Damiano chiese il benestare al suo
superiore, il vicario apostolico monsignor Luigi Maigret, il quale glielo concesse senza
esitare. Pertanto, Damiano decideva di sacrificare la propria vita, la Chiesa gli ha dato il
permesso, Damiano moriva, la Chiesa lo ha fatto santo. Mi pare che la cosiddetta sacralità
della vita non sia difesa sempre con lo stesso entusiasmo: una persona in stato di incoscienza
irrecuperabile, tenuta in vita artificialmente, non ha il "permesso" di andarsene, mentre una
persona sana, che decide deliberatamente di andare incontro alla morte per rendere servigio
alla propria religione, ha il lasciapassare con sigillo e gli onori postumi. Ah, dimenticavo il
terzo dettaglio: sbarcato sull’isola, la prima cosa che fece Damiano fu di costruire una chiesa
e di stabilire la parrocchia di Santa Filomena.
Cordiali saluti.



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