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Scuola media statale Pellico, una scuola che ascolta

Generico 15 Dec 2025
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16 Dicembre 2025

C’è una scuola che non fa rumore, ma lascia il segno. È quella che non corre solo dietro ai programmi, ma si ferma davanti agli sguardi. Una scuola che non chiede agli alunni di adattarsi a un modello rigido, ma che cambia forma per accoglierli, uno a uno, come persone prima ancora che come studenti. In queste aule l’insegnante non è soltanto chi spiega, ma chi osserva, incoraggia, aspetta.

Chi sa che dietro un errore può nascondersi una paura, dietro un silenzio un talento in attesa, dietro una ribellione un bisogno di essere visto. È un insegnante che misura il tempo sull’alunno, non sull’orologio, e che sa che imparare non è una gara, ma un percorso.

Una scuola a misura di alunno è fatta di parole scelte con cura, di domande più che di risposte, di mani tese invece che di giudizi affrettati. È una scuola che riconosce le differenze come una ricchezza e non come un problema da correggere. Dove nessuno è “indietro”, ma semplicemente in cammino con il proprio passo.

Qui l’educazione non si limita alle nozioni: passa attraverso l’empatia, il rispetto, l’ascolto. Passa attraverso insegnanti che credono ancora che ogni ragazzo possa farcela, anche quando lui stesso ha smesso di crederci. Insegnanti che restano, anche quando sarebbe più facile rinunciare. Perché una scuola davvero giusta non è quella che seleziona i migliori, ma quella che non perde nessuno. È quella che accende luci, non che evidenzia ombre. È quella che insegna sì la matematica e la grammatica, ma soprattutto la fiducia in sé stessi.

E allora la scuola diventa casa. Un luogo in cui crescere senza paura di sbagliare, in cui sentirsi accolti, riconosciuti, importanti. Una scuola costruita su misura, dove ogni alunno può finalmente dire: “Qui c’è posto anche per me”.

Grazie a questo corpo docente che ogni giorno sceglie l’umanità, l’ascolto e la cura, trasformando la scuola in un luogo dove sentirsi accolti e compresi. Un modo di insegnare raro, soprattutto in un territorio dove spesso l’attenzione alla persona passa in secondo piano.

Un grazie profondo alla dirigente Katia Gargano che, con la sua semplicità e la sua umiltà, guida senza imporsi, insegna senza clamore e lascia un segno autentico. Nei suoi gesti quotidiani non c’è solo organizzazione, ma un insegnamento più grande: quello del rispetto e della dignità di ogni essere umano.

Silvia – Una mamma

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