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Sicurezza stradale: rispetto delle regole e prevenzione le ricette

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20 Maggio 2006

Caro Direttore,
cinque motociclisti morti in una settimana sono un bel record, non c’è che dire. Molti interventi sui giornali cartacei e telematici, ognuno dice la sua: da chi si lamenta per la troppa tempestività data alla notizia a chi addebita ad alcuni piuttosto che ad altri la colpa di tale mattanza. Pochi o addirittura nessuno che faccia riferimento alla violazione continua e sistematica delle norme del Codice della Strada, pochi o nessuno che faccia riferimento alla scarsa opera di prevenzione delle forze dell’ordine deputate al controllo del traffico. Invece di lamentare la mancanza di pattuglie, di qualsiasi forza: carabinieri o polizia, vigili comunali o provinciali, ci si lamenta e si scrive di semafori con i rilevatori automatici che fotografano chi passa con il rosso e ci si inventa le scuse più astruse ed incredibili per fare ricorsi ai giudici di pace che, bontà loro, una mano sulla coscienza se la mettono sempre e una prova di appello non la negano a nessuno e cancellano sanzioni a destra e a manca.
Ma quello che veramente mi fa specie è l’assoluta mancanza di iniziative da parte dei candidati sindaci nelle numerose consultazioni elettorali dei nostri comuni. Tutti si preoccupano del benessere materiale dei propri cittadini, tutti si preoccupano dei diritti sociali delle classi meno abbienti, tutti si preoccupano della tutela dell’ordine pubblico, tutti si preoccupano, giustamente, di mille cose e si fanno propositi di soluzione. Nessuno che programmi seriamente interventi drastici di educazione e prevenzione con riferimento alla circolazione stradale.
La massa, salvo rare eccezioni, viola costantemente il Codice della Strada. Una delle cause più ricorrenti di incidenti stradali è il non rispetto della velocità. Le faccio un solo esempio. Da Brebbia a Varese è praticamente un centro abitato unico, salvo duecento metri tra Gavirate e Comerio, su tutto il tragitto vige il limite dei 50 km./ora; chi lo rispetta? Una infima minoranza, a volte sollecitata in malo modo con lampeggianti e strombazzamenti dalle maggioranza degli utenti, e questo sarebbe il meno grave in quanto tali azioni sono generalmente seguite da sorpassi avventati propedeutici a tragici incidenti. Quando si arriverà in questo Paese alla messa su strada di doppie pattuglie, dove la prima rileva l’infrazione e la seconda, 500 metri dopo, ferma e sanziona l’indisciplinato.
L’agosto scorso il Parlamento approvò a grande maggioranza norme giuste e severe sulle violazioni fatte dai conducenti di moto e ciclomotori per quanto riguarda casco, secondo passeggero, ecc. La nuova norma prevedeva oltre a salate multe anche la confisca del mezzo: unico vero deterrente alla sistematica violazione delle norme.
Apriti cielo, si sollevò mezza Italia contro le angherie e i soprusi delle forze dell’ordine e perfino una nota trasmissione televisiva si schierò in difesa di madri premurose e incoscienti.
La mattanza nel frattempo continua e le nostre strade sono sempre più costellate di mazzi di fiori. Ci và bene così?

Cordialmente

Enzo Giampaolo Zuin

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