Studenti vs professori

31 Luglio 2025
Ho letto il libro di Massimo Recalcati dedicato alla pratica dell’insegnamento e questo mi ha fatto riflettere su cosa significhi essere insegnanti nella società attuale così profondamente trasformata.
In particolare mi sono soffermata sull’episodio in cui Socrate dimostra a Agatone che il sapere non è assimilabile a un liquido, che si può versare da un recipiente all’altro e che l’apprendimento non consiste in un vuoto da riempire, bensì in una fame di conoscenza. L’insegnante deve aprire le teste, gli occhi, la mente dello studente affinché nasca il desiderio del sapere. Arduo e stimolante è il compito del Maestro…
Peccato che queste capacità siano spesso assenti nei professori che ho incontrato, quindi le mie speranze di vedere nascere un “famelico” processo del sapere sono state presto disattese. Ho osservato il corso di studi universitario di mia figlia e ho notato che di quel che auspica Recalcati c’è stato poco o niente.
Si chiede rispetto e serietà agli studenti e poi, tante persone – che hanno scelto l’insegnamento come mezzo per arrotondare gli introiti di una professione parallela – ignorano gli orari (arrivano con un’ora di ritardo e se ne vanno in anticipo, ripetutamente), fanno interrogazioni in spazi esterni e fuori orario, non perché mosse da buona volontà, ma perché, ammettono, di non aver voluto fare levatacce per essere in aula alle 9 di mattina!
Ci sono stati esami che non avevano attinenza col titolo dato al corso perché il professore ha scelto autonomamente di promuovere un argomento trattato nelle proprie pubblicazioni, oppure, perché ha deciso di aggiungere una parte di studio non prevista a scapito di quello che era il fulcro del corso stesso. Apprezzo l’autonomia, ma auspicherei anche un minimo di controllo su quel che accade.
Stendo un velo pietoso su alcuni “esperti” chiamati per i laboratori o corsi particolari, dove, anziché insegnare una materia di cui si supponeva fossero grandi conoscitori, hanno passato ore a vantarsi delle proprie imprese professionali (senza alcuna finalità didattica) per poi lamentarsi della scarsa presenza degli studenti (autostima ferita), minacciando pure di abbassare il voto a chi faceva defezioni (vendetta).
Ciò che mi ha particolarmente colpita è stata l’assoluto disinteresse mostrato dalla Direzione scolastica, sempre pronta a coprire le malefatte con giustificazioni che inferivano ulteriormente sul danno già causato da questi “professori del tempo libero”. La scarsa professionalità di parte del corpo docente, mi ha fatto rivedere le ingenue aspettative di una scuola impegnata nella propria missione.
Non voglio generalizzare, ma trovo scandaloso che i relatori delle tesi siano praticamente irrintracciabili, che al laureando venga richiesto di presentare anche una “sintesi” della tesi perché nessuno ha desiderio di leggere il loro lavoro, che durante la discussione della stessa alcuni professori della commissione non alzino lo sguardo dal cellulare nemmeno per vedere se le slide sono state preparate con criterio.
Ho visto comportamenti che, se attuati dai ragazzi, sarebbero stati criticati e forse anche puniti. Vedere dei docenti comportarsi con noncuranza, senza mettere nell’insegnamento il minimo impegno per cui sono pagati, dando inoltre un esempio professionale negativo alle nuove leve di lavoratori, beh, è stato davvero deludente.
Forse sarebbe ora di obbligare questi professori a leggere il libro di Recalcati e a cercare di metterlo in pratica, pena l’allontanamento dalla comoda cattedra!
Denise Villa
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.