Su Malpensafiere converrà discutere pubblicamente
10 Febbraio 2006
Egregio Direttore, la Vostra intervista al neo presidente della Fiera di Busto sollecita alcune considerazioni.
Da tempo infatti alcune allarmate notizie di stampa sottolineano la difficile e preoccupante situazione gestionale di questo polo espositivo.
Secondo alcuni la causa del mancato utilizzo di questi padiglioni, che sostituiscono quelli della precedente esperienza della fiera ai confini con Castellanza, sarebbe da addebitare alle nuove strutture recentemente inaugurate in territorio di Rho-Pero.
Eppure il progetto della nuova grande fiera milanese era noto da tempo ed era conosciuto ben prima dell’inizio dei lavori a Busto Arsizio.
Fummo in pochi a intervenire allora, con dichiarazioni pubbliche e articoli sulla stampa, esprimendo perplessità per questa nostra nuova struttura che già appariva sovradimensionata rispetto alle piccole esigenze locali e che si prefigurava come un inutile doppione rispetto ai padiglioni delle due sedi di Fiera Milano.
E non a caso denunciammo allora, con preoccupazione, la sicurezza con cui alcune amministrazioni pubbliche della zona sposavano questo progetto che nasceva in assenza di qualsiasi necessaria concertazione a livello regionale e che sembrava dettato più da un improvvisato localismo provinciale che di una meditata valutazione, a medio-lungo termine, di costi, benefici e compatibilità.
Un progetto che a molti appariva, già allora, azzardato e che nasceva all’interno della Camera di Commercio di Varese con il sostegno di autorevoli “opinion leaders” locali e anche, spiace dirlo, di organizzazioni imprenditoriali da cui sarebbe stato lecito attendersi maggiore cautela, capacità di previsione.
Oggi cominciano inevitabilmente a comparire le prime crepe, i primi discorsi critici e sono iniziate a cadere le prime teste di personaggi chiamati a dirigere l’Ente Fiera.
Ma il destino, come centro espositivo, appare segnato in prospettiva ed è quindi facile ipotizzare, a questo punto, il dibattito che si aprirà alla fine sull’utilizzo di questa struttura pagata dai contribuenti, dopo le future e inevitabili decisioni in merito alla sua riconversione. E, vista la posizione indubbiamente appetibile, giusto a ridosso dell’uscita autostradale, ci saranno sicuramente manovre grandi e forse già da tempo meditate.
Sarebbe quindi molto opportuno se anche questo tema, assolutamente non secondario, fosse oggetto di meditazione e discussione in occasione dei dibattiti programmatici che si svilupperanno nelle città di Gallarate, Busto e Castellanza interessate dalle prossime elezioni amministrative.
Per denunciare le responsabilità su quanto avvenuto ma, soprattutto, per delineare nuove e più opportune linee di intervento.
Con l’auspicio che venga ovviamente ribadita la funzione pubblica di questa struttura e con la speranza che vengano definitivamente messe nel cassetto simili affrettati metodi di progettazione, figli deformi di piccole e malintese teorie localiste.
Un cordiale saluto



Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.