Sulla dislessia occorre riflettere
29 Gennaio 2006
Egregio Direttore di Varesenews,
mi permetto di disturbarla per replicare ad una “lettera” da voi pubblicata a firma della professoressa Pellegrino in data 25 gennaio 2006.
Sono genitore di un ragazzo quattordicenne affetto da Disturbi di apprendimento, generalmente definiti come DISLESSIA; fra l’altro sono anche insegnante di scuola secondaria di primo grado (scuola media) e formatore per conto dell’Associazione Italiana Dislessia.
L’A.I.D. è sorta in Italia solo nel 1997 e sta tentando di colmare con la propria attività il grande ritardo normativo e culturale in cui si trova il nostro paese nella gestione del problema dislessia.
L’Associazione è formata da genitori, operatori sanitari, insegnanti e dislessici adulti che insieme cercano di aiutare i bambini dislessici. L’Associazione in questi anni si è accresciuta sul territorio nazionale, estendendo la propria presenza in tutte le regioni, con nuove sedi territoriali e nuovi soci. Attualmente ci sono circa 2000 soci, e il numero cresce ogni giorno.
L’Associazione ha diffuso la consapevolezza sul problema.
Anche se a volte succede ancora, é sempre più raro che un insegnante o un pediatra dica che non sa cosa sia la dislessia. L’Associazione ha realizzato in questi anni importanti convegni a livello nazionale e internazionale che hanno ampliato le conoscenze e le esperienze di insegnanti, genitori e specialisti.
La lettera della professoressa Pellegrino, ormai nota per i suoi precedenti interventi e per la sua veemente idiosincrasia nei confronti della neuropsichiatria, ha deciso questa volta di battere a tappeto i mezzi di informazione.
Nella sua lettera afferma: “I disturbi di apprendimento non sono una recente scoperta ma sono presi dal Manuale di Statistica Diagnostico (DSM IV), la dislessia è riesumata da questo stesso manuale, come l’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività). Non è che anche la dislessia al pari dell’ADHD, faccia parte di un astuto piano di marketing per monitorare i nostri alunni e avere ulteriori finanziamenti?Dai dati attuali stimano che il 5% dei bambini sono dislessici, che il 4% sono affetti da ADHD, a questi aggiungiamo quelli depressi, ecc… Vogliamo far diventare le nostre scuole l’anticamera del reparto di neuropsichiatria infantile della nostra città? Si sta rischiando di medicalizzare l’istruzione. …le difficoltà di apprendimento sono dovute a carenze nella didattica, alla mancanza di una metodologia di studio e di tecniche efficaci nella trasmissione della conoscenza. Esistono scuole in Italia e all’estero dove metodi di studio e tecniche di insegnamento efficaci hanno risolto le difficoltà di apprendimento degli alunni.”
Mi sembra perciò necessario ribadire un concetto: visto che la “dislessia” ha un’origine genetica nessuno vuole ne tanto meno potrebbe CURARLA, quindi perchè aver paura dei neuropsichiatria il cui intervento è limitato alla sola diagnosi. Per inciso, va anche ricordato che proprio in questa diagnosi viene prima rilevata l’assenza di altri disturbi di qualsivoglia genere (per esempio il QI, quoziente intellettivo, deve essere nella media, ma molto spesso è superiore). Da questo si deduce che la battaglia che si sta portando avanti è proprio quella di superare la “non conoscenza” del problema e di informare gli insegnanti sulle metodologie adatte per rendere i nostri ragazzi in grado di partire dallo stesso punto degli altri.
Impedireste ad un paraplegico l’utilizzo della sedia a rotelle o più semplicemente ad un miope di usare gli occhiali?
Per maggiori informazioni www.dislessia.it o AID-Varese@yahoogroups.com .
Grazie per l’attenzione e cordiali saluti



Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.