«Ti saluto e sono Dio»
15 Luglio 2012
Egregio direttore,
siccome mi accade di essere onorato dalla costante attenzione di Massimiliano Buzzi (cfr. lettera n. 129), desidero rispondere (non tanto alle sue considerazioni di merito inerenti al rapporto tra la cultura e certe apologie filo-hitleriane, quanto) al suo quesito sulla identità di quei lettori che egli definisce simpaticamente “altri alter ego a suffisso ‘us-’”, vale a dire Orbilius, Spartacus, Italicus e Odysseus (quest’ultimo, per la verità, latitante da un po’ di tempo in questa rubrica).
Gli rispondo pertanto, un po’ per celia e un po’ sul serio, che stabilire l’identità reale di quei nomi (se sia una, bina, trina…) è un falso problema, poiché nella Rete vale la teoria di George Berkeley, oggi tornata di grande attualità, secondo cui “esse est percipi” (l’essere consiste nell’essere percepito). Il buon Buzzi troverà allora coerente con quel principio una strofetta di Ronald Knox ripresa da Bertrand Russell nella sua “Storia della filosofia occidentale”, dove viene esposta, per l’appunto, la menzionata teoria:
« Si stupiva un dì un allocco: “Certo Dio trova assai sciocco che quel pino ancora esista se non c’è nessuno in vista”. Risposta: “Molto sciocco, mio signore, è soltanto il tuo stupore. Tu non hai pensato che se quel pino sempre c’è è perché lo guardo io. Ti saluto e sono Dio ».
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