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Un puntino sulla i di federalismo

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26 Febbraio 2006

Egregio direttore

Non vorrei scatenare una polemica nè abusare del suo spazio, ma gli argomenti del sig. Veronesi sono troppo succulenti perchè io riesca a tenermi a freno, quindi voglio rispondergli almeno su qualche punto.

Innanzitutto sul Belgio. Do atto al sig. Veronesi di aver pescato l’unico esempio di stato passato da centralista a federalista, per di più con un passaggio riuscito (e di cui in effetti mi ero dimenticato nel momento in cui gli ho posto il quesito). Però forse al sig. Veronesi sfuggono le grosse differenze che corrono tra il Belgio e l’Italia.

Il Belgio infatti è grande quanto la Lombardia, ma è composto da due gruppi etnici che parlano due lingue diverse: i fiamminghi (che parlano un idioma simile all’olandese) ed i valloni (francofoni). Bruxelles è una città divisa tra questi due ceppi, un po’ come Gerusalemme, e tra questi due gruppi c’è sempre stata una forte rivalità, oltre ad una pesante disparità economica dove i Valloni erano i più ricchi e potenti ed i fiamminghi i più “poveri”, spesso sfruttati in vario modo. Già così si capisce che più che all’Italia il Belgio è paragonabile semmai al Trentino-Alto Adige o al Friuli. In più il Belgio è una monarchia dove il sovrano garantisce l’unità della nazione. In quel caso il federalismo è stato concepito (e portato a compimento solo nel 1993) per pareggiare le diseguaglianze sociali ed economiche; ed ha funzionato così bene che adesso i fiamminghi si trovano ad essere più ricchi e più potenti dei valloni, tant’è che alcuni parlano di “vendetta storica dei fiamminghi”. Tra l’altro si tratta di un federalismo alquanto anomalo, in quanto non esiste una precisa gerarchia tra le leggi regionali e quelle nazionali.
Trasportando l’esempio in Italia, sarebbe un tipo di federalismo che renderebbe il sud più ricco del nord, e non mi sembra lo scopo della Lega Nord (anzi, lo scopo ultimo sembra quello di rendere il nord ancora più ricco e fare in modo che non debba più finanziare il più povero sud, giustamente o meno, non voglio dare un giudizio in questa sede, ma è comunque l’esatto contrario del principio di ridistribuzione della ricchezza applicato in Belgio) tant’è che nella Riforma costituzionale non c’è niente di simile. Gli esempi della Francia e della Gran Bretagna non sono pertinenti, perchè nessuna di queste nazioni è diventata federalista solo per aver trasferito qualche competenza, e addirittura sarebbero comici se non fossero tragici gli esempi della Germania del secondo dopoguerra e dell’Unione sovietica… nel primo caso non si tratta di federalismo, ma di spartizione di una nazione da parte di due diversi blocchi di potere per limitare la pericolosità della nazione, nel secondo dello stato centralista per antonomasia, dove un minimo di decentramento era obbligatorio a causa della vastità e varietà del territorio che rendeva oggettivamente impossibile una gestione totalmente centralista.
Caro sig. Veronesi, non è sufficiente che uno stato si divida per definirlo “federalista”, altrimenti anche la Jugoslavia lo sarebbe… infatti per diversi anni è stata divisa in una guerra fratricida ed è ora spezzettata in vari stati. E in ogni caso il federalismo presuppone una cornice di unità nazionale, cosa che la dizione “per l’indipendenza della Padania” sotto al simbolo del suo partito sembra escludere, a riprova del fatto che siete separatisti e non federalisti. I due concetti non sono intercambiabili a piacere.

Voglio sperare che nè lo stato Sovietico, nè la Germania del dopoguerra, nè la Jugoslavia siano il vostro modello di riferimento. Tendo ad escludere che lo sia il Belgio. A giudicare dai comportamenti dei vostri rappresentanti e dalle vostre tendenze neo-clericali il modello sembrerebbe essere la teocrazia, oggi ormai monopolio degli stati basati sulla legge coranica, ma sono sicuro che le vostre schizofreniche metamorfosi ideologiche siano tutt’altro che terminate.

I miei argomenti non sono pretestuosi. Sono il risultato di una analisi accurata, le ho citato fatti e articoli precisi della riforma. Le sue risposte sono molto più vaghe e meno precise dei quesiti che pongo. Liberissimo, per carità…

Però, per favore, aspetti almeno la pubblicazione ufficiale delle liste del mio partito prima di commentarle. Se proprio ci tiene a saperlo, i candidati non lombardi dei ds dovrebbero (sottolineo il condizionale) essere più o meno 6, cifra molto lontana dalla percentuale che lei ipotizza. E non mi faccia ridere rivendicando il fatto che la Lega Nord candida il 100% di lombardi. E’ ovvio che sia così, trattandosi di un partito LOCALE!!!! Avete mai avuto candidati pugliesi o calabresi o laziali da spostare? NO!!! Perchè la vostra sfera di influenza si ferma in Emilia Romagna, sulla linea del Po.
Tuttavia, ribadisco, nella riforma costituzionale che Lei difende, il turismo elettorale che sembra esserle tanto inviso viene legittimato laddove si permette ad un candidato di rappresentare un territorio (nel Senato Federale) purchè vi risieda da 3 mesi. Come dire che io (varesotto da sempre) posso spostarmi a Livorno in gennaio ed essere eletto ad aprile come rappresentate del territorio toscano per i Ds, col benestare del suo partito. Quindi non critichi ciò che si appresta ad istituzionalizzare.

Chiudo l’argomento Cattaneo ricordandole che non sono io il primo a dubitare della vostra interpretazione del pensiero di Cattaneo. Lo hanno fatto molti studiosi molto più autorevoli di me.

Sul suo argomento numero 2 direi che non ci siamo capiti. Le ho copiato le sue stesse parole in cui affermava che il numero di articoli cambiati dal centro sinistra era uguale a quello degli articoli modificati dal centro-destra, affermazione palesemente falsa. Se poi vogliamo entrare nel merito le ribadisco che questa riforma cancella un principio fondamentale, non solo della Costituzione italiana, ma di tutti gli stati democratici da Montesquieu ad oggi: la separazione dei poteri; la vostra riforma accentra tutto il potere sia legislativo che giudiziario nelle mani dell’esecutivo e da al capo del governo dei potri superiori a quelli di Bush, Blair, Chirac e la Merkel messi insieme. Insomma, il Primo Ministro italiano arriverebbe ad essere secondo solo al faraone degli antichi egizi. Per voi sarà anche un sinonimo di governabilità, per me è l’anticamera della dittatura.

Fin qui i fatti. Non voglio commentare la sua ipotesi secondo cui un regime di competenze esclusive alle regioni possa giovare più di uno stato centrale, perchè queste sono libere opinioni legittime quanto le mie. Personalmente preferisco un modello di stato scandinavo, ma mi fermo qui, perchè rischierei davvero di divagare oltre il dovuto.

Per quanto mi riguarda penso di avere espresso le mie opinioni in maniera più che ampia. Ogni ulteriore commento sarebbe solo ripetitivo.

La saluto altrettanto cordialmente e ringrazio di nuovo chi mi ha voluto concedere questo spazio.

Giacomo Premoli - Componente della direzione provinciale Ds - Varese

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