Uno zoppo che si fa guidare da un cieco

13 Aprile 2017
Egregio direttore,
l’impagabile Emilio Vanoni, autentica figura di ‘homo religiosus’, reitera i suoi atti di fede. In genere, l’oggetto di questi atti è il papa Bergoglio; questa volta (mi riferisco alla sua ultima lettera) è il centrosinistra, il cui “futuro”, ci garantisce il Vanoni con una sicurezza che sfida ad un tempo la realtà e il buonsenso, “è un patrimonio di tutta quella sinistra nata dalle lotte della classe operaia e dalle lotte di liberazione degli oppressi che ha caratterizzato la storia del secolo scorso”, sicché, prosegue il Nostro con ispirato accento universalistico, “il suo futuro non è solo una questione interna del Partito democratico, ma ci coinvolge tutti”. Tuttavia, anche gli uomini
di fede maggiormente pii, a forza di urtare contro gli ostacoli frapposti dalla dura realtà, acquisiscono in qualche modo il senso del limite. Dovendo perciò prendere atto del carattere integralmente liberistico e oggettivamente di destra del renzismo, ecco che, come Tacito dice dell’atteggiamento religioso dei Germani, il Nostro “fingit et credit” (si crea un feticcio e vi crede). Così recita il suo ultimo (in ordine di tempo) atto di fede: “Il mio augurio è quindi che possa arrivare Orlando alla testa del Pd anche se forse ci vuole un miracolo. In caso contrario l’unica speranza per ricostruire il centrosinistra è quella di aderire al progetto politico di ricostruzione avviato dal Movimento democratico e progressista di Roberto Speranza”.
Orbene, chi sono e dove vogliono andare gli esponenti di tale Movimento? E davvero la “sinistra italiana” può affidare loro il proprio futuro? D’Alema e Bersani sono stati gli artefici, per un lungo arco di decenni, delle politiche anti-operaie e sub-imperialiste dei governi di centrosinistra (precarizzazione del lavoro, tagli antipopolari, privatizzazioni, aggressioni alla Jugoslavia e alla Libia ecc.), hanno sostenuto in anni recenti il massacro sociale del governo Monti (legge Fornero), hanno votato “criticamente” le peggiori misure del governo Renzi (a partire dal “Jobs Act”). Domanda: il solo fatto di rompere oggi col Pd è sufficiente e renderli
credibili agli occhi dei lavoratori e delle persone amanti della pace? La loro prospettiva, in effetti, si riassume e si esaurisce nella rivendicazione di un Pd depurato dal renzismo. Costoro, si badi, sono gli stessi che sostengono il governo Gentiloni, che è la fotocopia del governo Renzi. Insomma, la stella polare di questo gruppo di scissionisti è sempre il Pd: ieri, oggi e domani. Costoro, pertanto, sono la tipica espressione del gattopardismo di una certa sinistra borghese, caratterizzata da un’organica subalternità al capitalismo e al suo futuro di miseria sociale e morale. Occorre allora guardarsi dal prendere sul serio “auguri” e “speranze” come quelli proferiti da chi, somigliando ad uno zoppo e volendo camminare, sceglie di farsi guidare da un cieco. Vi è un motto francese che recita: “le futur n’a pas d’avenir” (il futuro non ha avvenire). Ebbene, sotto il capitalismo e il suo regime di sfruttamento e di oppressione il futuro non ha avvenire: solo la lotta per il socialismo può salvare l’umanità dalla degradazione della moderna barbarie e dall’atrocità della guerra imperialistica.
Eros Barone
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