Vi spiego la verità sulla pista ciclabile
26 Luglio 2006
Caro Direttore,
da anni leggo ormai con interesse il suo giornale e l’ho sempre apprezzato per la schiettezza e la capacità di innescare la scintilla della discussione.
Leggo giusto ora il suo intervento dal titolo “Conservare ammazza” e mi sono soffermato su questa frase: “Basta un “notabile” politico e la pista ciclabile a Cazzago deve trovare contorsioni al proprio tracciato”.
So che difficilmente potrà servire a qualcosa sottolinearlo ancora una volta, ma questa affermazione non corrisponde a verità come avevo già avuto modo di ribadire al suo collaboratore Tommaso Guidotti quando scrisse qualche settimana fa un pezzo proprio sulla pista ciclabile.
Sono io il primo ad essere a conoscenza di queste voci e illazioni, ma il fatto che un’affermazione falsa come questa continui ad essere ripetuta purtroppo non la fa diventare eo ipso una verità. Non è infatti sempre vero che Vox populi vox Dei…
A suo tempo l’Amministrazione Comunale di Cazzago Brabbia ha fatto delle scelte che possono certamente essere condivisibili o non condivisibili, ma assolutamente mai, e sottolineo mai, tali scelte sono state dettate dall’interesse personale di chicchessia. E sostenere il contrario senza provare la veridicità delle proprie affermazioni non è il giusto servigio che possiamo fare alla ricerca della verità.
Per questo approfitto e un po’ abuso dello spazio che vorrà concedermi per entrare nei particolari della questione. Forse in questo modo si eviteranno in futuro giudizi superficiali dettati dalla nulla o scarsa conoscenza dei fatti.
Premessa: il progetto della pista risale alla precedente Amministrazione di cui la mia è la naturale prosecuzione. Ed è un progetto che condivido nelle sue linee generali e nella sua realizzazione. Lo specifico perché non si pensi che in qualche modo voglia lavarmene le mani. Ci sono già troppi Ponzio Pilato in circolazione.
Perché la pista passa esternamente al paese e non al suo interno? Per diversi ordini di motivi (ripeto, condivisibili o meno, ma rispettabili perché derivanti da scelte autonome, senza influenze di nessun genere. Lo ripeterò fino allo sfinimento, anche a costo di sembrare noioso, pur consapevole di non riuscire certo a far cambiare opinione a chi, anche tra i miei concittadini, ormai ha delle idee preconcette saldamente radicate.)
1. Se fosse passata all’interno, per intenderci proprio di fronte alla casa nel suddetto “notabile” non sarebbe certo stata una pista ciclabile. In altre parole ci saremmo trovati in località Cazzago Brabbia di fronte a una situazione che ritengo quantomeno paradossale: una pista ciclabile di circa 3 Km di cui più di 2/3 sarebbero corsi su strade a normale traffico automobilistico. Credo che una pista ciclabile abbia senso solo se proceda su una sede propria in modo tale da garantire la sicurezza dei suoi fruitori. Questo è anche il motivo che mi ha portato a far modificare nel mio primo anno di mandato il tratto finale della suddetta inizialmente previsto in sede promiscua.
2. Se fosse passata all’interno sarebbe arrivata sicuramente molta gente in centro paese. Ora, il centro di Cazzago, per chi lo conosce, presenta strade nelle quali passa a malapena un’automobile (vedasi proprio la strada che dal centro conduce al Lago). È inutile sottolineare le situazioni di pericolo che si potrebbero venire a creare. Soprattutto per i bambini. E qui parlo da ciclista più che da Sindaco in quanto protagonista mio malgrado di uno scampato incidente (ringrazio il santo protettore dei ciclisti se mai esiste…) in un altro punto della pista ciclabile che passa proprio attraverso le strade di un paese che si affaccia sul lago. Proprio come Cazzago.
3. Da sempre Cazzago Brabbia convive suo malgrado con la S.P. 36 che di fatto lo taglia a metà. Si tratta di una strada a forte traffico, soprattutto pesante, dove purtroppo negli anni sono morti anche dei pedoni. Ecco allora la necessità di unire le due parti del paese con un sottopasso che consenta un attraversamento in totale sicurezza. È costoso? Certo, ma mai quanto una vita umana salvata. È stato un grosso fastidio per gli abitanti dei paesi limitrofi che durante i lavori si sono visti deviare il traffico sulle loro strade? Certamente. Per questo li ringrazio della loro della pazienza. Ringrazio soprattutto il Sindaco di Inarzo Sig. Francesco Casola e la protezione Civile per l’impegno dimostrato in questa situazione, nonché i tecnici della Provincia che ci hanno dato una mano per rendere il meno pericolosa possibile questa viabilità alternativa. Ma credo, mi si consenta il paradosso, che proprio tale situazione abbia fatto toccare con mano (purtroppo agli abitanti di Inarzo) il carico di traffico che interessa la S.P. 36 in territorio cazzaghese avvalorando di conseguenza ancora di più (se mai fosse stato necessario) la scelta di realizzare un sottopasso. Le dirò di più. In tale ottica ben venga anche il secondo sottopasso nei pressi del Cimitero che consente l’attraversamento sicuro in un altro punto nevralgico del paese e soprattutto permette di chiudere l’anello circumlacuale, cosa per una serie di motivi impossibile da realizzarsi nel territorio di Biandronno.
4. Una pista ciclabile ha un duplice costo: quello relativo alla sua realizzazione e quello per la sua manutenzione. Mi chiedo allora: perché un comune piccolo come il nostro dovrebbe sobbarcarsi questi costi? Per consentire a migliaia, anzi, centinaia di migliaia di persone che vengono da fuori di passeggiare o pedalare in tutta sicurezza? No. O meglio, non solo. Se come Sindaco devo pensare principalmente al bene del mio comune vorrei almeno che un’opera di questo genere portasse dei vantaggi concreti e tangibili per la gente di Cazzago e non solo dei costi. Ecco allora i sottopassi ed ecco anche la riqualificazione, attesa da decenni, di un luogo simbolo del nostro paese come la cappella della Madonna della Fornace. Sono interventi che si inseriscono certo nel più ampio progetto della ciclabile, ma che hanno una ricaduta immediata in termini di beneficio su tutto il paese.
Quante volte abbiamo assistito alla realizzazione di grandi opere, soprattutto in occasione di importanti avvenimenti, che poi, una volta terminati questi avvenimenti, poco o nulla sono servite agli abitanti del luogo? Ecco, questo non è il caso di Cazzago.
5. Faccio un’ulteriore considerazione giusto per dare un quadro il più esaustivo possibile. Perché la pista non passa vicino al Lago? Come lei saprà (semplifico molto per essere il meno burocratico possibile) la zona nei pressi del Lago di Varese è stata recentemente definita Zona di Protezione Speciale e come tale soggetta a tutta una serie di vincoli. Questo fatto rappresenta, per il Cazzaghese che ama il suo Lago, solo un’ulteriore conferma della peculiarità di un luogo che deve essere salvaguardato e protetto e a posteriori appare come un’ulteriore buon motivo per prevedere altrove il tracciato della pista. Non so se lei ha avuto modo di percorrere a piedi il tratto che dal cosiddetto Lago di Piazza conduce al Pizzo di Bodio passando attraverso boschi e sentieri. Se così fosse stato avrebbe avuto di constatare la bellezza e la tranquillità di questi luoghi e di toccare con mano quella che è una caratteristica fondamentale di questa parte del Lago: il suo essere selvaggio, anzi, dirò con termine più calzante, “selvatico”. E mi creda, far passare una pista ciclabile qui, nel punto più bello di tutto il Lago, sarebbe stato una violenza che avrebbe snaturato irrimediabilmente l’essenza del luogo. Senza contare poi problemi di ordine meramente tecnico come i terreni molli e spesso allagati (quando c’era l’acqua mi verrebbe da dire…, ma speriamo che torni presto) oltre che la manutenzione continua che si sarebbe dovuta prevedere.
Ci sarebbero forse altre cose da dire e da approfondire, ma credo che il quadro della situazione sia ora forse un po’ più chiaro.
Concludo questo mio lungo e forse noioso intervento con l’invito personale di venirmi a trovare una volta che la pista ciclabile sarà terminata. Sarà un piacere fare una bella passeggiata in bicicletta e discutere con lei faccia a faccia di questa o di altre tematiche contingenti. Forse si convincerà della bontà delle scelte di queste Amministrazione. O forse no. Ma almeno avremo passato una bella giornata in mezzo al verde e non in ufficio davanti a un computer.
Cordiali saluti
Massimo Nicora
Sindaco di Cazzago Brabbia
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