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Via Trieste a Travedona esclusa dal dibattito sulla mobilità sicura

Via Trieste Travedona
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19 Ottobre 2025

Buongiorno. Leggo in queste settimane molteplici articoli su polemiche riguardanti la nuova viabilità per i tir che si vorrebbe attuare a Travedona e della nascita di un “Comitato cittadini per la mobilità sicura“. Sono residente a Travedona da qualche anno, precisamente in via Trieste e quotidianamente vivo una situazione che di sicuro non ha proprio niente.

Mi riferisco al transito delle auto a tutta velocità sulla via Trieste, che una volta scartato il semaforo di via Veneto svoltando a sinistra, svoltano poi a destra sulla via Trieste per sorpassare le auto che proseguono dritte al semaforo. Ora, per quanto le ragioni del comitato o della sperimentazione possano essere condivisibili o meno (personalmente sono per sperimentare e valutare se veramente il traffico di tir in paese aumenterà o se, come penso, diminuirà molto considerato che se ho ben capito non passeranno più i camion in piazza), vorrei capire il perché un comitato che si da come obiettivo la sicurezza della mobilità in paese, si occupi solo della mobilità in 3 vie ignorando tutte le altre strade di Travedona e tutti i cittadini che non abitano nelle tre vie di loro interesse.

Avevo letto di una proposta del comune per rendere la via Trieste a senso unico in direzione centro paese, cosa che potrebbe risolvere completamente questo problema di corridori folli. Se poi nella corsia che risale dal paese al posto delle auto si pensasse ad una pista ciclopedonale, si potrebbero favorire gli spostamenti dei cittadini in bici o a piedi da tutta la zona di via Veneto/Chiossetto/via Trieste verso la farmacia, il centro, la birreria e il bar, dato che attualmente arrivare in centro in bici o a piedi è una scommessa con la vita non essendoci nemmeno un marciapiede su tutta la via. Questo ridurrebbe il traffico di auto in paese e contribuirebbe a rendere ancora piú sicura la viabilità, anche perché eviterebbe alle auto in uscita dallo stop di via Veneto di doversi vedere arrivare da sinistra a 70/80 kmh auto o moto in rincorsa.

Siamo nell’era della mobilità sostenibile, delle bici elettriche e delle campagne contro l’inquinamento, penso che oltre ai proclami e ai manifesti fatti per tutelare qualche amico o qualche parente, un comitato che si pone come fine ultimo la “mobilità sicura” in un paese, debba pensare a tante altre sfaccettature.

Un cittadino travedonese

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