» Invia una lettera

Viggiù: storia di ordinario disagio idrico

1 Stella2 Stelle3 Stelle4 Stelle5 Stelle
Loading...

14 Giugno 2006

A Viggiù la situazione è molto critica, nelle parti alte del paese almeno da una settimana.
Nessuna informazione ufficiale e chiara da parte delle
istituzioni. Alle sette di sera dai rubinetti non esce nemmeno una goccia; solo dopo mezzanotte ricompare un esile e incerto filo d’acqua.

Questo significa che ogni sera, tornati dal lavoro, niente doccia, niente lavare i piatti dopo cena (che pretese! potremmo mangiare panini, no?), niente lavatrice (porteremo i panni in lavanderia a spese del Comune?). Dopo mezzanotte, lavaggio piatti con acqua fredda: è troppo poca per scaldare, ci si arrangia con pentole d’acqua scaldate sul fornello. Alle cinque del mattino sveglia e apertura – con angoscia – del rubinetto: se l’acqua c’è (finora
qualcosa sì) finalmente si può fare la doccia. Naturalmente, per una lavatrice o lavare i capelli, la sveglia va anticipata, con beneficio psicofisico che perdura tutta la giornata… Già, perchè chi lavora – e ben pochi lavorano a Viggiù, siamo tutti pendolari – deve uscire di casa verso le 6.30-7.00. Poi, nelle ore di punta e nel week-end, l’acqua ritorna a sparire. A casa, durante
il giorno, gli anziani si arrangiano come possono, con buona scorta (e consumo) di bottiglie di acqua minerale e paziente riempimento di secchi.

La situazione è nota da tempo: assenza totale di razionali piani idrici; acquedotto fatiscente; speculazione edilizia; negligenza delle amministrazioni a tutti i livelli; interessi politico-economici difficilmente intaccabili
(perchè nei paesi vicini l’acqua c’è e addirittura alimenta una nuovissima piscina comunale?).
I soliti generici discorsi e rimedi palliativi non convincono più; sappiamo che il problema non vuole essere affrontato. La popolazione che si arrangi: la colpa è sempre sua, non ha una mentalità ecologica e vive di sprechi…
L’unica certezza resta la solidità delle poltrone dei politici e la puntuale riscossione dei loro stipendi. Forse sarebbe ora che insieme all’acqua imparassimo a razionare anche la fiducia nella classe dirigente e a metterla
davanti alle proprie responsabilità.

C.C. - Viggiù

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.