
Un paese rinato grazie ai fagioli
21 Agosto 2015
Ha un occhio nero, la pelle più fine degli altri e non proviene dall’America, eppure piace a migliaia di persone. C’è voluto del tempo per imporsi ma alla fine il fagiolo di Brebbia, per anni dimenticato in nome dell’industrializzazione, ce l’ha fatta. Ora è un presidio Slow food e si è anche conquistato un posto in prima fila a Expo dove la pianta, con tanto di cartello “Brebbia bean” (fagiolo di Brebbia), è stata inserita tra le preziose biodiversità alimentari italiane.
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