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Ecco perché ho scelto di far nascere i miei figli ad Angera

Ospedale di Angera
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6 Dicembre 2016

Tra le tante notizie di questi giorni una, apparentemente di poco conto, mi colpisce e mi lascia un senso di vuoto nel cuore: la chiusura del punto nascite di Angera.
Una notizia ssignificante per molti, ma dolorosa per tutte quelle mamme (ahimè meno di 500 l’anno) che hanno deciso di far nascere i loro bambini proprio lì, ad Angera, nella sala parto con vista sulla Rocca Borromeo, posta lì, quasi a conforto delle partorienti.
Lorenzo e Francesca sono nati lì, per scelta, perché la loro mamma non voleva essere solo un numero ma essere considerata come una persona, una donna impaurita di fronte al suo primo parto e che ha trovato in Daniela Squizzato il suo angelo che l’ha accompagnata nel viaggio durato 9 mesi sino a quella mattina del 1° gennaio 2012 quando, dopo un lunghissimo travaglio, Lorenzo ha deciso che sì, era giunto il momento di vedere come fosse fatto questo mondo. Due anni dopo è arrivata anche Francesca, sempre nata ad Angera, sempre con Daniela al fianco, perché, come le dicevo sempre, Francesca non poteva nascere senza di lei. E anche quella volta, Daniela, che aveva terminato il turno alle 22.30, invece di andare a casa dalle sue due bambine ha girato la macchina ed è venuta da me. Insieme siamo andate all’ospedale e Francesca è nata all’1.02 del 16 dicembre 2013, ancora una volta con Daniela che mi teneva per mano. Questa è una storia insignificante per molti ma densa di significato, di emozioni e di riconoscenza per ogni donna che come me ha avuto la fortuna di incontrare sulla sua strada persone speciali come quelle che lavorano (mi rifiuto di pensare al passato) al punto nascita di Angera.

Io abito a Milano, Lorenzo sarebbe dovuto nascere a Milano, ma è nato ad Angera, perché io cercavo umanità e calore, quello che spesso manca negli ospedali che i fatidici 500 parti all’anno li fanno magari in un mese soltanto. Lorenzo e Francesca sono nati ad Angera pur nella consapevolezza che l’ospedale è privo di una neonatologia.
Oggi la chiusura del punto nascite mi lascia l’amaro in bocca e una profonda tristezza di fondo, ed è difficile spiegare l’insieme dei pensieri e delle emozioni che si affastellano nella mia mente.
Di sicuro, al di là del trasporto psicologico legato alla nascita di un figlio, il punto nascite di Angera è un punto di eccellenza, dove eccellenza non significa solamente professionalità dei medici (ginecologi e pediatri), delle ostetriche, delle puericultrici, delle infermiere tutte. Eccellenza in questo caso significa professionalità, passione e umanità. Quella del medico è una vocazione e il personale del punto nascite di Angera ha negli occhi quella vocazione.

E’ stato l’amore e la dedizione che hanno portato Daniela Squizzato e Mara Fasola (la ginecologa che mi ha “adottato” nelle ultime settimane di gravidanza fino al parto) a rimanere accanto a me per aspettare Lorenzo. Avrebbero dovuto smontare notte alle 6.00, hanno fatto il passaggio di consegne ma sono rimaste lì, insieme alle loro colleghe, Donatella Baccaglio e alla dottoressa Dorotea Van Wijk, fino alle 10.50, quando Lorenzo è nato. E questo anche se quella notte fossero nati altri 3 bambini e la stanchezza probabilmente si faceva sentire. E’ quella stessa passione che ha portato Daniela, due anni dopo, ad assistere, come fosse una parente, senza esercitare, alla nascita di Francesca dopo un turno intenso di 8 ore.

E come Daniela e Mara tutto il personale del punto nascite di Angera ha mostrato quella vocazione, quell’umanità. Per non parlare poi della dottoressa Bonini, che il caso ha voluto fosse di turno entrambe le volte che sono nati i miei bambini, che ancora oggi è la nostra pediatra di fiducia che li segue con amore e grandissima competenza nella loro crescita.
Professionalità, amore, dedizione e passione sono doti spesso difficili da trovare e preziose come la più rara delle gemme, che il personale del reparto di Angera dona agli altri senza chiedere nulla in cambio, se non un grazie. Io sono stata assistita come se fossi stata ricoverata in una clinica privata senza sostenerne i costi. Le ostetriche e i ginecologi del reparto mi hanno assistita con grande attenzione e, cosa più importante, non mi hanno mai lasciata sola in un momento così delicato quale è la nascita di un figlio.

E questo perché per loro è naturale comportarsi così, nello svolgere non solo un lavoro ma un servizio che un dono prezioso per chi lo riceve. Senza chiedere nulla… Ricordo che quando andai in ospedale a Milano per informarmi per un’ostetrica privata nel 2011 mi chiesero 2.500 euro per l’assistenza al parto, che peraltro non era nemmeno garantita in via esclusiva nel caso in cui un’altra mamma che si era affidata a quell’ostetrica fosse stata in procinto di partorire nello stesso momento. Lungi da me dal fare polemica, ma un semplice confronto tra due realtà così diverse di cui una è purtroppo costretta a chiudere per logiche economiche (?) che prescindono da altre e più importanti considerazioni.
Sono certa che ovunque andrà tutto il personale del punto nascite di Angera porterà la sua professionalità e la sua passione. Magari con un po’ di amarezza a pesare sul cuore ma portando la sua ricchezza a tante altre future mamme che si affideranno alle sue cure. Sarà un grande dono per l’ospedale che li accoglierà ma una grande e grave perdita per tutto il bacino di utenza che serviva Angera: un bacino, come ho dimostrato io venendo da Milano, era molto più ampio di quello semplicemente geografico.
Da parte mia solo un altro grazie a chi avrà sempre un posto speciale nel mio cuore.

Elena Fornara

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