Da Perugia un solo grido: “acqua, lavoro, cibo, pace”

Con la marcia Perugia Assisi si è definitivamente manifestata una specificità generazionale

Con la marcia Perugia Assisi del 2001 è definitivamente manifesta una specificità generazionale. Emerge ormai una nuova generazione la cui pratica politica si ispira ad un mondo unico. Un mondo non solo idealizzato e proiettato nel futuro, se le parole d’ordine della giornata del 14 ottobre sono potute essere "acqua, lavoro, cibo, pace". È di enorme interesse il ritorno alla ribalta della questione lavoro e l’attenzione che si manifesta per i diritti sociali, di cui la pace è garanzia. Che i giovani sentano nel loro orizzonte la presenza ineliminabile dei diritti che provengono dal basso e dal lavoro in particolare è un’autentica novità. Molto lo si deve alla discussione che è passata da Seattle, Porto Alegre e Genova ed alla riflessione che si è sviluppata, con il coinvolgimento anche dei sindacati, attorno al nuovo ciclo globale della produzione e del consumo. Non siamo più, come in passato, di fronte allo scambio su scala mondiale di merci e prodotti finiti, ciascuno appartenente ad un paese-nazione. Oggi le sequenze della produzione si articolano nello spazio di tutto il pianeta, senza discontinuità temporale da luogo a luogo. La razionalità economica che governa la produzione mette la lavoro contemporaneamente persone con diversi salari, diverse normative, diversi sindacati, che però comunicano tra di loro attraverso il processo produttivo e non più solo, come accadeva in passato, attraverso le istituzioni che governano il commercio dei prodotti di loro pertinenza. Così i diritti dei lavoratori sono messi in relazione interna diretta e vengono portati, nella loro diversità, all’attenzione dei consumatori. La saldatura fra produzione e consumo ricrea condizioni vantaggiose per la conquista e la generalizzazione dei diritti, almeno quanto l’espansione industriale secondo il modello fordista .aveva prodotto su scala nazionale.

Una generazione che comincia a battersi su scala planetaria contro la povertà, per l’alimentazione, l’istruzione, la salute, si rende conto che i conflitti passano dal lavoro e ne riscopre il valore sociale progressivo. Non sarà facile senza forti alleanze ed un consenso allargato tenere su un versante così realisticamente in collisione con la materialità degli interessi economici e con l’essenza stessa del liberismo. Se questo movimento saprà essere non solo presbite – proiettato cioè solo verso i grandi orizzonti – ma anche minutamente concreto, scoprirà il rapporto con il sindacato e contribuirà a rinnovarlo e rivitalizzarlo

In fondo a Genova e ancor più a Perugia ci si accorgeva che tra i giovani qualcosa sta cambiando e che l’inquietudine nuova che li percorre sarà resa ancora più aspra dalla guerra in corso e più acuta dalla inumanità del terrorismo che ha colpito l’11 settembre. Il binomio guerra terrorismo, contrariamente alla maggioranza dei loro padri, li spinge a cercare risposte politiche e non militari e ad elaborare proposte prima di abbandonarsi alla retorica dei luoghi comuni o all’enfasi di alcune derive ideologiche, che nei tempi più recenti sono state prevalentemente di matrice moderata. A Perugia, rispetto a Genova, la violenza non ha oscurato nulla ed è parsa evidente la necessità di un progetto nuovo, rispetto cui la politica attuale è a corto di argomenti e di strumenti. Forse per questa nuova generazione il crollo delle Twin Towers, che Rafael Alberti in una sconvolgente poesia aveva anticipato nell’82 come "una baraonda di finestre chiuse, di vetri, di pezzi di plastica, di vinte e piegate strutture", non costituirà l’evento al di là del quale "non ci sarà più sopra né sotto".

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Pubblicato il 02 Novembre 2001
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