Merletti: “Pensiamo alla competenza, non al mito del posto fisso”
Il presidente dell'Associazione Artigiani interviene sul dibattito sollevato da un'affermazione del ministro dell'economia Giulio Tremonti
«Il dibattito sul posto fisso rischia di rimanere fine a se stesso. Mi auguro, invece, che serva a chiarire le reali caratteristiche del lavoro in Italia e a realizzare le condizioni per garantire occupazione di buona qualità, sia dipendente che autonoma».
Il Vice Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti interviene sulle dichiarazioni del Ministro dell’Economia Tremonti sottolineando «la necessità di uscire dalla polemica sul posto fisso e dedicarsi, invece, a garantire occupazione stabile e qualificata. Come quella che si realizza nelle imprese artigiane dove gli imprenditori investono molto tempo e molto denaro per formare i neo assunti: per insegnare il mestiere ai nuovi dipendenti ogni anno dedicano 103 milioni di ore e spendono 1,6 miliardi. Anche grazie a questo impegno, nelle piccole imprese la quota di lavoratori con contratti a tempo indeterminato è del 90,7%, a fronte della media nazionale delle imprese dell’86,4%».
Secondo Merletti, «il mito del posto fisso garantito a vita per legge deve essere sostituito dalla cultura della responsabilità individuale e della competenza professionale. Una cultura diffusa da molto tempo nell’artigianato con l’esperienza degli Enti bilaterali e, più recentemente, con la riforma del modello contrattuale. Bisogna proseguire sul terreno delle riforme avviate dal Governo in materia di lavoro e di welfare, in particolare per costruire un sistema di formazione e di tutele sociali adeguato alle nuove sfide della competizione economica. Anche in tempi di crisi, chi possiede professionalità ha meno difficoltà a trovare lavoro rispetto a chi è semplicemente titolare di uno stipendio. Per questo sono necessari interventi per colmare la distanza che oggi divide il sapere dal saper fare, la conoscenza teorica dalle competenze tecniche e pratiche. E’ indispensabile innalzare la qualità della formazione e prevedere efficaci forme di alternanza scuola-lavoro, potenziando un contratto di lavoro a peculiare contenuto formativo quale l’apprendistato che nelle imprese artigiane, nel 70% dei casi, si trasforma in assunzione a tempo indeterminato».
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