“L’anno che verrà” e la politica bustocca

Sfide e criticità del 2010 viste da Orsi (PdL) e D'Adda (PD) per maggioranza e opposizione

Per la politica bustocca questo 2010 è di fatto il quarto e ultimo anno pieno della (prima) amministrazione Farioli: l’anno prossimo si andrà al voto per rinnovare il consiglio comunale, che è tecnicamente l’organo sovrano del Comune, anche se nella prassi, come qualche malcontento ricorda spesso e volentieri, il suo ruolo non è poi così centrale. Nondimeno è qui che si fa la politica che poi arriva ai cittadini: qui si votano gli atti più "sostanziosi" e gli impegni da mantenere, si ratificano o si bocciano le proposte d’azione su vari campi che interessano la vita di tutti, si discute apertamente dei temi grandi e piccoli, non solo di livello locale.
Per capire l’aria che tira ci rivolgiamo ai rappresentanti dei maggiori partiti della maggioranza e dell’opposizione: Popolo della Libertà e Partito Democratico. Parlano Sandro Orsi, capogruppo del PdL in consiglio comunale, e Erica D’Adda, portavoce cittadina e consigliera comunale del PD.

– Orsi: «Il 2010 sia l’anno della svolta»

«L’avevo già accennato nella penultima seduta di consiglio: siamo al punto di svolta, è il momento di raccogliere i frutti di quanto seminato fin qui». Sandro Orsi fa il punto della situazione con un invito ad agire che si può sintetizzare in un "barra al centro e avanti tutta". C’è la scadenza elettorale all’orizzonte e il pur fedelissimo elettorato bustese del centrodestra va messo di fronte a realizzazioni concrete. Per le quali però servono risorse. «Il "seminato" è l’approccio oculato al bilancio che abbiamo tenuto, ci siamo accorti ben prima di altri Comuni della situazione che andava a colpire gli enti locali e abbiamo agito di conseguenza». Da Roma però non sembrano sortire segnali positivi per i Comuni, facciamo notare. «L’azione del governo» si rifugia in corner Orsi «si svolge nell’ambito di una situazione di crisi economica pesante, e prosegue di necessità nel solco della riduzione della spesa pubblica». A cascata, ne risentono tutti. «Qui a Busto il bilancio ha visto un risanamento progressivo rispetto ad anni e gestioni precedenti: le risorse recuperate ora andranno messe a bilancio in vista del previsionale 2010 che presto sarà definito. Capisco che sia stata una politica poco visibile ai cittadini, e ci sono state critiche anche in maggioranza, ma andava capita la situazione».
Altro tema di rilievo è l’urbanistica: «Non abbiamo nulla da rimpiangere» taglia corto Orsi, «in spirito di sussidiarietà si è incentivato il ruolo dei privati, con interventi importanti, vedi anche piazza Vittorio Emanuele II, poi il settore immobiliare è entrato in crisi. Sul Piano di Governo del Territorio (PGT) siamo in dirittura d’arrivo, dev’essere comunque ultimato e adottato entro fine consigliatura, questo è un obiettivo politico chiaro».
Vi sono poi le controversie più scottanti: l’inceneritore Accam, Agesp servizi, una giunta che non sembra così compatta e convinta, almeno stando ai borbottii che filtrano da Palazzo Gilardoni.
«Accam: deve seguire la sua evoluzione naturale, che è quella del revamping, del rinnovo strutturale e tecnico che riduca e di molto le emissioni inquinanti. È stato dato un mandato chiaro dal consiglio, poi per la nuova convenzione con la società si deve definire un accordo preciso con Provincia e Regione. Mucci? Lo diciamo anche noi: in questo stato l’impianto non può rimanere». Su Agesp servizi Orsi richiama ragioni non politiche, ma economiche: «Le leggi chiariscono che le "internalizzazioni" di questo tipo si possono fare, purchè vi sia un risparmio per l’amministrazione comunale. Gestioni "privatistiche" si sono mostrate efficaci, vedi sul gas» commenta, «la Lega? Ha ragione quando vuole stringere i tempi, ora si dovrà andare ad un piano industriale che esponga i vantaggi economici per il Comune». Infine, la giunta Farioli: «Dissapori? Mah, in verità l’armonia d’intenti c’è, basti vedere come si votano i provvedimenti, poi è chiaro che esistono sensibilità diverse, come ovunque».

– D’Adda: «Meno parole e più contatto con la gente»

All’opposizione si annuncia un’annata che dovrà definire gli schieramenti in vista della "sfida impossibile" alla corazzata del centrodestra. D’Adda ha vari argomenti su cui punzecchiare giunta e maggioranza, aprtire dall’urbanistica. «Mi auguro che arrivi a definizione il PGT, perdere l’intera consigliatura senza adottarlo lascerebbe un marchio negativo sull’operato dell’amministrazione». In generale, «non c’è stata lungimiranza alcuna: semplicemente i privati agiscono e fanno cose, non c’è una pianificazione vera e si rischia una città-Arlecchino. Anche sulle case, abbiamo chiesto di costruirne altre, Aler da quest’orecchio ci sente, il Comune no». Non di sola urbanistica si vive: c’è anche il sociale. «Bisognerebbe far partire delle attività, pensavamo ad un centro di accoglienza per i bisognosi. Ma anche quando si levano voci a sottolineare l’entità dei problemi: e penso alla bella testimonianza di Ivan Forestieri che avete pubblicato – da Palazzo Gilardoni risponde un silenzio assordante». Un atteggiamento, continua D’Adda, da cambiare: «perchè questa amministrazione ha un record in fatto di parole, promesse, comunicati e retorica, quando poi si viene ai fatti, al "trottare" sul territorio e fra la gente…» Sui "temi scottanti" che citavamo sopra, la portavoce del PD accenna ai tanti «non detti» che si nascondono dietro le questioni. Accam: «temo che anche il 12 febbraio non si risolverà nulla. Prima l’azienda lancia un maxiinvestimento pauroso, poi scopriamo bilanci in rosso e lotte intestine fra i partiti per le poltrone». Agesp servizi: «idem, non c’è stata alcuna spiegazione sulla logica industriale dietro l’operazione. Si naviga a vista, come su tutte le operazioni legate alle ex municipalizzate a livello locale e provinciale. Guardate anche la vicenda del calzaturificio Borri, a otto anni dall’acquisto a caro prezzo la maggioranza tuttora non vuole discuterne». La giunta: «Spero per la città che lavori come una squadra. Il sindaco si è assunto alcune deleghe ulteriori, vedi anche le strade, spero faccia qualcosa». Il punto di D’Adda è: cosa lascia fin qui questa amministrazione? «Anche iniziative come C’è + Busto il famoso piano strategico d’area vasta, alla fine di concreto cosa ci lasciano?»

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Pubblicato il 05 Gennaio 2010
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