De Corato torna alla carica: “Un Cie a Malpensa”. Ma i sindaci dicono no
Il vicesindaco di Milano torna a chiedere un centro di identificazione ed espulsione nell'area dell'aeroporto. Il primo cittadino di Lonate, Gelosa: "Noi siamo in forte credito con Malpensa". Carioni, vicesindaco sommese: "Quei territori devono rappresentare il rilancio dei nostri comuni"
Nell’area di Malpensa serve un centro di identificazione ed espulsione. L’appello al ministro dell’Interno Roberto Maroni è stato fatto dal vicesindaco di Milano Riccardo De Corato. In occasione dell’intitolazione di un giardino a Antonio Custra nel capoluogo regionale, De Corato è tornato alla carica e ha anche individuato il luogo dove il Cie dovrebbe essere edificato: «L’area è quella vicina all’aeroporto di Malpensa, per facilitare il rimpatrio degli irregolari. Con 55 mila irregolari – ha osservato De Corato, che già in passato aveva lanciato l’idea di un Cie (o Cpt come si chiamava una volta, vicino a Malpensa – a Milano non è possibile fare la guerra ai clandestini con il solo Cie di via Corelli che, dopo le recenti devastazioni, ha 70-80 posti a disposizione». Da qui l’idea del vicesindaco di Milano di un nuovo centro per trattenere gli stranieri senza permesso di soggiorno nei pressi dello scalo varesino. «Inutile fare un altro Cie a Milano – ha osservato De Corato – sarebbe meglio farlo vicino a Malpensa, dove si potrebbe approfittare di una logistica “casa e chiesa”: li trattieni e a due passi c’è l’aeroporto per rimpatriarli. Ci sarà attorno a Malpensa un Comune che ha una scuola in disuso o una struttura da mettere a disposizione per un nuovo Cie».
I sindaci del territorio, in quelle aree tra Ferno, Somma Lombardo e Lonate Pozzolo, dove sono le costruzioni abbandonate forzatamente dalle persone che ci abitavano, però non ci stanno e come già fatto in passato tornano a ribadire il proprio no, sottolineando che le problematiche sono di ben altra natura. Nettamente contrario il primo cittadino di Lonate Pozzolo, Piergiulio Gelosa, dello stesso partito di De Corato (Pdl): «Il vicesindaco di Milano ci riprova – spiega -. Le motivazioni però non mi sembra siano cambiate, né ci sono stati eventi particolari che giustifichino un simile appello. Noi siamo in forte credito nei confronti dell’aeroporto di Malpensa, abbiamo fatto spostare numerose famiglie perché abitavano troppo vicino allo scalo e non sappiamo nemmeno se in quelle aree ci porranno essere capannoni a scopo commerciale. Forse sarebbe ora che De Corato risolva i problemi di Milano a Milano e non a Malpensa, in provincia di Varese, dove sembra che però detti legge sempre e solo Milano a scapito del territorio. Il futuro? Può solo peggiorare, purtroppo. Leggo infatti troppo spesso piani industriali che delle nostre istanze tengono poco conto».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Massimiliano Carioni, vicesindaco di Somma Lombardo e capogruppo del Pdl in consiglio provinciale: «La nostra posizione è la stessa di sempre – commenta -: quelle aree devono rappresentare il rilancio economico, sociale e urbanistico dei nostri territori, quindi pensare ad un centro di identificazione ed espulsione non è assolutamente pensabile. Gli stessi investimenti della Regione Lombardia, ad esempio per la scuola professionale aeronautica, vanno in una direzione opposta a quella di un Cie»
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