Da Sanremo a Varese sulle note dei “la Fame di Camilla”

La band barese suonerà all'Albizzate Valley Festival il 4 luglio. Il cantante Ermal Meta racconta come hanno iniziato la loro avventura

La Fame di CamillaSe vi interessa soltanto sapere chi è la Camilla che ha dato il nome ai “La Fame di Camilla”, potete anche evitare di proseguire nella lettura, «non lo diciamo e non lo diremo mai, è un segreto che serbiamo fin da quando abbiamo cominciato a suonare» assicura Ermal Meta, voce della band barese che si esibirà domenica 4 luglio dal palco dell’Albizzate Valley Festival.
Saranno nel varesotto per una sola data di ritorno dall’Heineken Jammin Festival, dove apriranno a gruppetti tipo Plan De Fuga, Stereophonics, The Cranberries e Aerosmith.

Sono quattro ragazzi che si sono conosciuti per caso frequentando un negozio di strumenti musicali di Bari, «la terra fertile» dove è sbocciata la loro musica. Sono cresciuti tra le pieghe di una città e di una regione che si stanno dimostrando una delle più importanti fabbriche di talenti ed emozioni del nostro paese, e alla quale sono tuttora molto legati, anche adesso che saltano di città in città per il tour che sta attraversando l’Italia dalla Sicilia al Trentino.
La loro storia è raccontata da tre fotografie: la prima potrebbe essere stata scattata nel 2007 in quel negozio di musica, dove lavorava uno di loro. Lì si sono incontrati quasi per caso e li è nata «l’alchimia» che li lega assieme.
La più recente, e più famosa, potrebbe essere stata scattata sul palco dell’Ariston a Sanremo, dove hanno debuttato con “Buio e Luce” in diretta nazionale in occasione del festival della canzone italiana.
Quella a cui sono più legati, però, è stata scattata prima, nella loro città, durante quello che considerano il vero live della svolta, «non smetteremo mai di ringraziare Michele Salvemini, in arte Caparezza, per averci fatto aprire un suo concerto a Bari – spiega Ermal – quel pubblico è quello che in assoluto ricordiamo con più affetto».

Il loro orecchio è sempre stato rivolto verso il nord europa, «in direzione di gruppi come Albizzate Valley Festival, Parco "la Fornace"Coldplay, Radiohead, Bjork, ed è con questo filtro che componiamo la nostro musica». Hanno scelto però di cantare in italiano, soprattutto perché vogliono farsi capire, «i nostri testi sono una componente fondamentale dei nostri pezzi – racconta Ermal, che è anche autore delle canzoni – Molti dei testi sono autobiografici, raccontano della vita vissuta o di eventi interiori, altri attingono dall’immaginario. Sono quasi tutti in italiano eccetto alcuni che canto in albanese, è un omaggio che faccio alla mia terra d’origine».
«Se devo pensare ad una canzone a cui siamo legati di più – prosegue Ermal – penso sicuramente a “Come il sole a mezzanotte”, è un testo che abbiamo scritto e dedicato a noi stessi, con il quale abbiamo voluto fare un passo indietro e ascoltare dentro di noi».
Ora sono nel pieno del loro tour, «un tour che sta andando benissimo, con un’ottima risposta di pubblico», ma stanno già lavorando al prossimo album, «abbiamo già tutti i pezzi, anzi, ne abbiamo anche di più e sarà dura dover scegliere. Per il nostro nuovo lavoro continueremo la collaborazione con il produttore artistico Fabrizio Barbacci, già al lavoro con Ligague, Negrita, Gianna Nannini e Roy Paci».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Giugno 2010
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