Un filmato per capire Chernobyl

L'appuntamento per 22 marzo alle 21 presso la sede della Pro Loco

Martedì 22 marzo alle 21 ad Azzio presso la sede della Pro Loco avverrà la proiezione del filmato
"Io, cittadino di Chernobyl " di Yuri I. Bandazhevsky.
Yuri Bandazhevsky nasce il 29 gennaio 1957 nella regione di Grondo, in Bielorussia. Nel 1980 si laurea in medicina e nel 1991 è il più giovane professore universitario dell’URSS. Dal ’90 al ‘99 è Rettore dell’Istituto Medico di Gomel. Membro di numerose accademie internazionali riceve, per le sue ricerche in ambito anatomo-patologico, diversi riconoscimenti, fra cui la Medaglia d’oro Albert Schweitzer e la Stella d’oro dell’accademia di Medicina della Polonia. E’ autore di oltre 240 lavori di ricerca. Il suo lavoro scientifico lo porta scontrarsi con il potere dello Stato che cerca di attenuare i risultati scientifici delle ricerche e per questo il 18 giugno 2001 è condannato da un tribunale militare a 8 anni di lavori forzati. Nel 2005 ottiene, dopo sei anni di prigionia, il Passaporto della Libertà dalla Comunità Europea. Attualmente vive in Ucraina, dove dirige il centro Ecologia e salute.

Dopo l’incidente di Chernobyl il professore Yuri Bandazhvsky ottiene l’incarico di fondare un Istituto Medico a Gomel, in Bielorussia. In 10 anni di duro lavoro ottiene grandi risultati e le sue ricerche dimostrano il legame tra i radionuclidi e numerose patologie riscontrate fra le popolazioni colpite dalla catastrofe nucleare. Il professore denuncia inoltre che gli aiuti economici alle popolazioni colpite dal fallout radioattivo di Chernobyl non arrivano a destinazione. E’ il primo che ha il coraggio di farlo, ma viene accusato di seminare panico. Dopo pochi mesi, con una accusa infamante e senza prove certe, viene arrestato. La sua cattedra viene soppressa e l’Istituto, in cambio di 300.000 dollari, rinuncia alle ricerche.
Dopo 6 anni di prigione e lavori forzati, durante i quali rifiuta di ritrattare le sue tesi in cambio dell’amnistia, grazie ad un vasto movimento d’opinione internazionale e alla Comunità Europea, viene liberato ma costretto all’esilio. Oggi continua a lottare affinché le verità su Chernobyl vengano diffuse e sogna di far ritorno in una Bielorussia democratica e libera.
Nel settembre dello scorso anno è stato in Italia dove ha tenute numerose conferenze in collaborazione di MONDO IN CAMMINO. A Varese tiene una pubblica assemblea nella sala della Provincia, su iniziativa anche del nostro comitato. Sempre nel 2010 pubblica il libro CHERNOBYL 25 ANNI DOPO di Carlo Spera Editore e con l’introduzione di Massimo Bonfatti presidente di MIC. Il libro è dedicato alle conseguenze mediche della catastrofe di Chernobyl del 1986. In particolare, si descrivono i processi dello sviluppo intrauterino dell’embrione e le condizioni del sistema madre-feto sotto l’influenza del Cesio radioattivo Cs 137 incorporato nell’organismo. In questo contesto è stata svolta un’analisi sui risultati delle ricerche cliniche ed esperimenti su animali di laboratorio effettuati dall’autore e dai suoi collaboratori presso l’Istituto di medicina di Gomel dal 1990 al 1999. Il libro si rivolge ad una ampia categoria di lettori, a tutti coloro ai quali non è indifferente il destino degli uomini che soffrono a causa della catastrofe di Chernobyl e denuncia il patto scellerato stipulato il 28 maggio 1959 tra la AIEA (Agenzia Internazionale Energia Atomica) e OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che impedisce ancora oggi la divulgazione dei dati sanitari sulle conseguenze di follaut radioattivi esistenti nel mondo.

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Pubblicato il 21 Marzo 2011
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