Dove non osano le aquile, arrivano i “salva animali”

Bisogna avere il fisico e certo anche una buona preparazione ma e soprattutto, una dose di coraggio non indifferente. Imbragare un animale selvatico magari non proprio affabile, per liberarlo da un ghiacciaio piuttosto che calarsi da una parete rocciosa con in braccio un "cucciolo" da cinquanta chili non è mestiere per tutti. Eppure, poco distante dal confine, in Canton Ticino non sono rare le operazioni di salvataggio di animali in condizioni impervie. In questi casi a intervenire è solitamente la Spab, la Protezione animali di Bellinzona, che adotta dei protocolli particolari e impiega personale specializzato in grado di operare in situazioni tutt’altro che favorevoli. Ad ammirarne i resoconti, come le immagini dei rocciatori vericellati dall’elicottero per recuperare una capretta ferita su una parete rocciosa, sembra di assistere a scene tratte dai migliori film di James Bond. 

Questi interventi sono in realtà studiati e preparati nei dettagli. Capire come garantire la sicurezza, prima ancora degli animali, degli stessi soccorritori diventa infatti un elemento fondamentale per portare a termine le operazioni senza mettere a rischio la vita di chi le esegue. Come è stato dimostrato lo scorso sabato nel corso dell’esercitazione che si è svolta a Castelgrande.

Durante la dimostrazione (nella foto in alto) sono state simulate le operazioni di salvataggio, nel caso specifico di un cane di grossa taglia, dalle rocce che sovrastano Piazza del Sole. Il personale della Spab ha allestito una vera e propria teleferica con corde d’alpinismo e dalla cima si é calata, tra gli applausi della folla, una soccorritrice che ha portato in salvo l’animale. All’operazione hanno collaborato alcuni alpinisti e con il supporto della Croce Verde di Bellinzona. Operazioni di questo tipo non sono però un’esclusiva svizzera. In molti ricorderanno ad esempio il caso del cane, disperso per giorni tra i boschi sotto al Cuvignone. La bestiola era sopravvissuta per una decina di giorni in mezzo alla neve ed era stata individuata e recuperata dagli uomini del soccorso alpino. E sempre nelle nostre zone sono impegnati animali adeguatamente addestrati per portare in salvo i loro simili. È il caso di Elsa, il segugio della polizia provinciale, che fiuta le tracce di sangue di esemplari selvatici feriti e permette agli agenti della sezione faunistica di rintracciarli, recuperarli e affidarli alle cure dei centri specializzati. 

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