Sono i figli di Internet a protestare in Brasile
Isabel Lima fotoreporter brasiliana che ha vissuto per molti anni a Varese racconta quanto ha visto per le strade di Belo Horizonte. «Sono i nativi digitali a essere scesi in piazza»
Isabel Lima è una fotoreporter brasiliana professionista che per moltissimi anni ha vissuto a Varese. I suoi lavori sono stati esposti in mostre nazionali e internazionali. È sua la foto scelta da Fabrizio De André per l’album “Anime Salve”. Da un anno circa è ritornata a vivere e a lavorare in Brasile. In questa lettera e nel filmato racconta la protesta di piazza che si sta verificando in questi giorni in Brasile.
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Cara redazione di Varesenews,
oggi c’è stata la manifestazione a Belo Horizonte e ci sarà domani e anche sabato. Io li vedo i manifestanti, passano proprio sotto casa mia per arrivare nel luogo dell’assemblea e perció sono scesa a scattare delle foto.
A manifestare non è il popolo, o meglio, non sono i lavoratori o gli universitari, ma sono quasi tutti adolescenti tra i 14 e i 20 anni, cioè quelli che non hanno mai lavorato ma che sanno usare benissimo le nuove tecnologie, dai social network agli smartphone. Siamo di fronte ai nativi digitali, i figli di Internet.
Non si capisce bene da dove parta l’ordine di protestare, certamente dalla rete. Io come cittadina credo che ci si trovi di fronte a un bluff o a una bufala come dite voi italiani. Il mio intuito mi dice che c’è qualcosa che si saprà più avanti, dietro questi ragazzi c’è qualche mente più esperta più adulta che manovra.
Durante questa manifestazione, e le mie foto lo dimostrano, colpisce la calma con cui i poliziotti hanno affrontato i ragazzi. Il caos è stato provocato ieri dagli esclusi, i figli dei poveri, quelli dimenticati da tutti. Fortunatamente erano in pochi, ma hanno fatto un bel danno. Oggi c’è stato più ordine ma attenzione gli infiltrati erano presenti e io avrei paura se questi un giorno si svegliassero per davvero.
La cosa piu grave in questo momento, secondo me, è la proposta del deputato Feliciano, presidente della commissione per i diritti umani, un evangelico che vuole far passare una legge che considera l’omosessualità una malattia, con il conseguente obbligo della cura. Sarebbe terribile, ma c’è d’aspettarsi di tutto perché gli evangelici brasiliani sono molto agguerriti e questo non facilita le cose e il clima nel Paese.
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