“Si ricordi che lei è lì perchè l’abbiamo voluta noi”

E’ Paolo Cicero a rendere pubblico il malessere che da diversi mesi a questa parte serpeggia tra le fila della maggioranza nei confronti del Presidente del Consiglio Comunale, Diego Cornacchia (nella foto). «Si ricordi che lei è lì perchè l’abbiamo voluta noi e sa che nell’ultimo periodo non siamo contenti: l’attack su quella sedia è tanto», tuona dal suo banco Cicero. Il casus belli è una interrogazione presentata da Cornacchia molto critica sulla gestione del teleriscaldamento in città che ha fatto esplodere il malcontento. In realtà è da molto tempo che tra i corridoi di Palazzo Gilardoni i consiglieri di maggioranza si lamentano della gestione dei lavori data dal loro presidente ma fino ad oggi erano rimaste voci, nulla era arrivato così esplicitamente in Consiglio o sulla stampa. Perchè lo scontro si è giocato anche sulle pagine dei giornali, con una intervista de La Prealpina a Franco Castiglioni che ipotizzava addirittuara di chiedere i danni a Cornacchia per le sue parole sul teleriscaldamento. 
«Quello che sta succedendo qui è gravissimo -attacca Walter Picco Bellazzi- perchè è un attentato alla libertà dei consiglieri comunali che rischiano di finire in tribunale per aver espresso le proprie idee». Sulla stessa linea anche il Senatore Rossi che ricorda come «essere maggioranza non vuol dire usare il cervello in massa; questo è tipico di altri regimi». 
E lui, Diego Cornacchia, incassa il colpo e reagisce immediatamente. «Io non sono tra gli asini che portano il carro dove vuole il padrone», commenta dal suo scranno al centro della Sala Esagonale di Palazzo Gilardoni prima di sbottare: «Certe volte mi vergogno di stare seduto qui». Secondo il Presidente «certa gente e certi modi di comportarsi non rendono onore a questa sala» e proprio per questo annuncia di «aver già anticipato al sindaco che il mio mandato volge al termine».