Scontro sul campo da calcetto, il Comune “rimuove” un tendone

Da mesi si trascina la contrapposizione tra un gruppo di residenti esasperati dal rumore e il centro sportivo Le Palme, che ha in affitto spazi comunali. Ora il Comune contesta al gestore l'abusivismo per uno dei tendoni

Un centro sportivo tra le case, le partite serali e molti residenti della zona sul piede di guerra. Dopo mesi di scontro latente e segnalazioni all’amministrazione, ora la vicenda approda a un punto importante: il Comune di Gallarate ha emesso un’ordinanza per imporre al gestore del centro Le Palme la rimozione di uno dei due tendoni usati per coprire i campetti da calcetto, considerato abusivo.

Succede nel quartiere periferico di Sciaré: nella seconda metà degli anni Duemila il Comune, con l’amministrazione di Nicola Mucci, ha realizzato un centro sportivo nello spazio chiuso tra un parchetto pubblico e alcuni condomini sorti nella zona in fondo a via Olona, estrema periferia della città. Il centro è rimasto inutilizzato per anni, complice la difficoltà di trovare un gestore che si facesse carico di rimettere in sesto uno spazio segnato anche da incuria e incursioni vandaliche. Dopo molte polemiche (Forza Italia, passata all’opposizione, sollecitò lo scorso anno la messa in funzione dell’opera, qui l’articolo), a primavera 2014 l’amministrazione comunale di Edoardo Guenzani ha aperto un bando per la gestione: da settembre del 2014 finalmente gli spazi di via Vigorelli sono stati affidati con contratto di sei anni alla società Le Palme di Fabio Trivellato.

Aperto il campo, subito ci si è scontrati con una realtà che si poteva intuire già prima: pallonate e urla di giubilo per i gol non sono stati presi bene dai tanti abitanti dei condomini circostanti, alcuni dei quali hanno i balconi a pochi metri dalle strutture sportive. Non ultimo, pesa sulla vicenda un particolare non di poco conto: l’amministrazione comunale non ha previsto preventivamente limitazioni d’orario, contando più sul buon senso (che è quanto mai relativo e non può essere messo nero su bianco) che su precise disposizioni.
  C’è poi un altro aspetto contestato dai residenti: la presenza di un tendone  – un "pallone pressostatico" – che richiede un compressore in funzione per rimanere gonfio (in questo video un campionario delle ragioni dei residenti).

Proprio da qui, dal tendone, parte il primo atto ufficiale con cui il Comune ha (ri)messo mano alla vicenda: dall’esposto di un residente, la Polizia Locale ha effettuato il 19 dicembre un sopralluogo riscontrando irregolarità (assenza di "titoli abilitativi") sul secondo tendone installato, affiancato a quello già esistente e realizzato in passato dallo stesso Comune (nella foto qui a fianco). Il dirigente all’urbanistica e territorio ha emesso l’ordinanza che impone a Le Palme di rimuovere il pallone, entro 90 giorni. Mentre il gestore ha ora 60 giorni per fare ricorso al Tar.

Il gestore Fabio Trivellato contesta innanzitutto la valutazione fatta dagli uffici comunali: «Avevamo installato il tendone per limitare il rumore rispetto ai vicini: non è abusivo, è una struttura mobile, non c’è nessuna base cementizia. Ci hanno contestato anche la presenza di una casetta in legno per gli attrezzi, che abbiamo rimosso come richiesto».
Al di là di questo, però, il gestore contesta però in anticipo la richiesta che viene dai residenti e che il Comune valuta, quella di limitare l’orario serale: «Principalmente noi lavoriamo di sera: in settimana si gioca fino alle 23, un paio di giorni a mezzanotte. Se chiudessi alle 22 non starebbe in piedi, ho iscrizioni e prenotazioni per persone che possono solo dopo una certa ora. Non mi sono stati dati limiti d’orario dal Comune, se li avessi avuti non avrei investito soldi per rifare gli spazi», conclude Trivellato.
In tutto questo, rimane la contrapposizione tra i residenti e chi frequenta il centro sportivo, non senza toni accesi, spesso riportati anche su pagine Facebook locali: tra gli abitanti del quartiere che sperano di limitare e i ragazzi che giocano lì, che promettono di far sentire (non metaforicamente) la loro voce sul campo.

L’ordinanza è la prima mossa del Comune, mentre si attende l’intervento di Arpa, l’agenzia per l’ambiente che deve effettuare un monitoraggio sui livelli di rumore (insopportabili secondo i residenti, nei limiti previsti secondo il gestore). Il Comune non esclude l’idea di intervenire con un’ordinanza relativa agli orari. «I gestori devono arrivare ad una forma di convivenza con i residenti della zona», ribadisce l’assessore allo sport e lavori pubblici Danilo Barban.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Febbraio 2015
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