L’arte d’acqua e sull’acqua di Paul Signac

Le opere del maestro francesce, provenienti da collezioni private. in mostra la LAC di Lugano

Arte - Mostre

Si è aperta domenica 4 settembre a Lugano l’esposizione “Riflessi sull’acqua” che il Museo d’Arte della Svizzera Italiana ha voluto dedicare all’opera ed alla figura dell’artista francese Paul Signac, a cavallo tra Otto e Novecento. L’esposizione si è aperta al LAC sotto l’alto patronato dell’Ambasciatore di Francia in Svizzera ed espone circa centoquaranta opere in massima parte provenienti da collezioni private.

La mostra è curata da Marina Ferretti Bocquillon, la studiosa che aveva tra l’altro già curato questi temi a Palazzo Reale di Milano nell’ ottobre 2008, col patrocinio del Quirinale.

Dal punto di vista storico artistico ci collochiamo qui nel solco principale della corrente Neoimpressionista, termine usato in storia dell’arte per la prima volta nel 1886 dal critico francese Félix Fénéon (personaggio singolare, anarchico e forse dinamitardo) per indicare l’arte del pittore connazionale Georges Seurat.

Quest’ultimo, come spesso accade ai grandi, aveva pochi anni prima incontrato un serio ostacolo alla propria carriera; già aveva interrotto gli studi regolari a Parigi per intraprendere una strada completamente nuova, attraverso l’approfondimento scientifico sulla scomposizione dei colori ed attraverso lo studio ed imitazione dei suoi artisti di riferimento, come Il Veronese, Ingres, Delacroix e Millet. Nel 1884 Seurat rischiò tuttavia di affondare del tutto artisticamente, perché si vide bocciare la sua prima grande opera dalla commissione di selezione per il Salone di Parigi.

Indomito, egli fondò allora la Società degli artisti indipendenti, con Redon, Dubois-Pillet, ed appunto quel Paul Signac del quale si parla ed espone in riva al Ceresio in questi giorni.

Signac, nato nel 1863 a Parigi da una famiglia benestante, prima di incontrare Seurat era destinato alla carriera di architetto, ma il quartiere natio di Montmartre tradì la sua passione per la pittura portandolo all’adesione al sodalizio voluto da Seurat, all’abbandono degli studi e, possiamo dirlo oggi, al successo artistico definitivo.

L’adesione alla corrente Neoimpressionista portò Signac anche a sperimentare il Puntinismo, una tecnica pittorica che, seguendo l’approccio scientifico molto in voga a quel tempo, formava l’immagine depositando sulla tela dei tocchi di colore puro, non mescolato sulla tavolozza.

Non è difficile trovare un parallelismo in Italia, tra i lavori dei neoimpressionisti d’Oltralpe e quelli dei nostri divisionisti come Segantini e Fornara, che ebbero con la Francia un legame molto solido.

Nell’esposizione luganese, oltre a diversi interessanti lavori neoimpressionisti, si può avere l’occasione di scoprire quella che fu certamente la tecnica pittorica più affine a Signac: l’acquerello.

Da qui probabilmente il nome dell’esposizione “Riflessi sull’acqua”: per la tecnica veramente sopraffina e per la passione che l’artista ebbe verso i paesaggi marini, i porti e i velieri, dando il meglio di sè nelle opere di piccolo formato.

Bellissimi a Lugano: il piccolo olio “Il giocatore di bocce” (1894), gli acquerelli “Scene di mercato in Provenza” (1920) e “Ajaccio” (1935). Per finire le tecniche miste come il disegno “Il ponte di Bercy” (1925) e “La corazzata combattente”, un espressivo inchiorstro acquerellato del 1915.

L’esposizione durerà a lungo, fino al prossimo 8 gennaio 2017.

Riflessi sull’acqua
Paul Signac
MASILugano
Piazza Bernardino Luini
Lugano (CH)
Orari: dal martedì alla domenica h10-18, giovedì aperto fino alle 20.

di
Pubblicato il 08 Settembre 2016
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