Disobbedire al Decreto Sicurezza? “Un sindaco non può non rispettare le regole”
Molto si discute sulla disobbedienza civile di alcuni sindaci di città, che non applicheranno alcune norme specifiche del decreto di Salvini. Non la pensa così il primo cittadino cassanese
È tema di oggi la scelta di alcuni sindaci di alcune città – come Napoli, Parma, Palermo, Firenze – di opporsi al Decreto Sicurezza, nella parte in cui prevede che i richiedenti asilo non vengano iscritti all’anagrafe, prendendosi la responsabilità in quanto ufficiali di Stato Civile e richiamandosi alla Costituzione, per portare il Decreto davanti alla Corte Costituzionale.
Riceviamo e pubblichiamo la posizione di Nicola Poliseno, sindaco di centrodestra (vicino a Forza Italia) di Cassano Magnago
In merito alle dichiarazioni sulla disobbedienza dal decreto sicurezza personalmente ritengo che un Sindaco e’ tenuto a uniformarsi alla legge… piaccia o non piaccia.
Quante norme discutibili per gli enti locali ci sono e personalmente mi hanno fatto e continuano a farmi venire il mal di pancia tutti i giorni, ma sono un uomo di Stato e mio dovere e’ diffondere la cultura del rispetto delle leggi perché lo Stato di Diritto è la base del vivere civile.
In merito al decreto sicurezza il Comune non può intervenire con discrezionalità e la disobbedienza o la disapplicazione di alcuni miei colleghi Sindaco e’ un atto puramente politico che non approvo perché assolutamente DISEDUCATIVA e si fa comprendere ai cittadini soprattutto i giovani che il non rispetto delle regole sia un qualcosa di normale… e la stessa cosa la pensavo anche quando si chiedeva disobbedienza dei Sindaci sulle unioni civili.
Un ulteriore problema che vedo in questa modalità di contrastare una norma è, come spesso avviene, divisoria con sindaci di una parte politica contro e gli altri pro come tifoserie da stadio, dimenticandosi velocemente, dopo che era stato apprezzato in maniera bipartisan, del perfetto e opportuno- per il Sottoscritto – discorso del nostro Presidente Mattarella:
“Sentirsi “comunità” significa condividere valori, prospettive, diritti e doveri. Significa “pensarsi” dentro un futuro comune, da costruire insieme. Significa responsabilità, perché ciascuno di noi è, in misura più o meno grande, protagonista del futuro del nostro Paese. Vuol dire anche essere rispettosi gli uni degli altri. Vuol dire essere consapevoli degli elementi che ci uniscono e nel battersi, come è giusto, per le proprie idee rifiutare l’astio, l’insulto, l’intolleranza, che creano ostilità e timore”.
I Sindaci volenterosi e bravi sono tanti e se vengono coinvolti e ascoltati sono in grado di fare grandi rivoluzioni…
Nicola Poliseno
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