Nel Varesotto il picco di morti ad aprile, secondo Istat il 66% in più della media
In Lombardia i dati sulla mortalità stavano andando meglio del solito prima che Covid-19 si abbattesse sulla regione provocando picchi di morti a Bergamo fino al 571% in più spetto alla media dei 4 anni precedenti

In Lombardia i dati sulla mortalità stavano andando persino meglio del solito. Prima che la bomba Covid-19 si abbattesse sulla Regione più colpita d’Italia il numero di decessi registrati tra gennaio e febbraio era persino più bassa di quasi il 7% rispetto alla media dello stesso periodo registrata tra il 2015 e il 2019 (Foto M.Santimone).
Sono bastate però poche settimane a far schizzare il numero dei morti a vette senza precedenti: in tutta la regione si è registrato un aumento del 188% nel mese di marzo. Le più colpite hanno pagato un prezzo altissimo, con incrementi percentuali a tre cifre: Bergamo (571%), Cremona (401%), Lodi (377%), Brescia (292%).
La provincia di Varese, lontana dall’occhio del ciclone, ha comunque subito una variazione pesantissima. Con 3.796 morti (registrati però solo fino al mese di aprile) ha avuto una variazione percentuale del 32% in più nel mese di marzo e del 66% in quello di aprile. Un trend diverso alle province più colpite poiché nel Varesotto l’estensione dell’epidemia è stata ritardata rispetto ad altrove. Questi dati pubblicati da Istat rappresentano una copertura del 94% dei comuni e del 97% della popolazione.
Sono i dati diffusi nella nuovo rapporto del 4 giugno prodotto congiuntamente dall’Istituto nazionale di statistica e dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss), presenta un’analisi della mortalità totale e dei soggetti positivi al Covid-19 deceduti nel mese di aprile 2020 e un aggiornamento delle analisi relative al periodo gennaio-marzo 2020, già oggetto del primo Rapporto. Si tratta di dati che normalmente vengono elaborati e diffusi dopo dieci mesi dalla loro elaborazione. Un processo che Istat ha velocizzato proprio per garantire una maggiore informazione sull’estensione della pandemia.
Il rapporto conferma l’eterogeneità nella diffusione geografica dell’epidemia, che risulta molto contenuta nelle regioni del Sud e nelle Isole, mediamente più elevata in quelle del Centro rispetto al Mezzogiorno e molto elevata nelle regioni del Nord. Considerando i casi e i decessi Covid-19, il 75% dei casi segnalati e l’82% dei decessi si trovano nelle province definite a diffusione “alta”, il 17% dei casi e il 13% dei morti in quelle a diffusione “media” e rispettivamente l’8% e il 5% nelle province a diffusione “bassa”.
Un calo della mortalità nelle aree epicentro della pandemia si osserva a partire dal mese di aprile. Il calo è in Lombardia: i morti per il totale delle cause diminuiscono da 24.893 di marzo a 16.190 di aprile 2020 e l’eccesso di decessi rispetto alla media degli stessi mesi del periodo 2015-2019 scende da 188,1% a 107,5%. Sono proprio le province più colpite dall’epidemia quelle in cui si osservano le riduzioni più importanti. Bergamo e Lodi sono le aree in cui il calo della mortalità è stato più accentuato, l’eccesso di mortalità scende da 571% di marzo a 123% di aprile a Bergamo e da 377% a 79,9% a Lodi. L’eccesso di mortalità si mantiene invece ancora alto ad aprile 2020, su livelli simili a quelli di marzo, nelle province di Pavia (135% di decessi in più rispetto alla media 2015-2019), di Monza e Brianza (101%) e di Milano (98%).
Nelle aree più colpite l’evoluzione giornaliera degli scostamenti dei decessi cumulati del 2020 dalla corrispondente media 2015-2019 mostra chiaramente come la crescita dei morti si sia innescata tra la fine di febbraio e i primi giorni di marzo.
Durante il mese di marzo nelle aree più interessate dall’epidemia il numero di morti inizia rapidamente ad aumentare rispetto alla media 2015-2019 dello stesso periodo. L’eccesso di mortalità registrato nei mesi di marzo e aprile 2020 è
ancora più accentuato negli uomini.
L’eccesso di mortalità più consistente si riscontra per gli uomini di 70-79 e di 80-89 anni, per i quali i decessi cumulati dal primo gennaio al 30 aprile 2020 aumentano di oltre 52 punti percentuali rispetto allo stesso periodo della media 2015-2019; segue la classe di età 90 e più con un incremento del 48%. Per gli uomini più giovani (50-59 anni) l’eccesso di mortalità è del 26%.
L’incremento della mortalità nelle donne è invece più contenuto per tutte le classi di età; raggiunge alla fine di aprile il 42% in più della media degli anni 2015-2019 per la classe di età 90 e più, che risulta la più colpita dall’eccesso di mortalità. Segue la classe 80-89 anni, con un incremento del 35% e la 70-79 (31%). Per le donne più giovani (50-59 anni) i decessi sono aumentati del 12%.
I dati di mortalità totale analizzati dal rapporto Istat si riferiscono ai primi quattro mesi del 2020 e riguardano 7.270 comuni (92% dei 7.904 complessivi, per una copertura del 93,5% della popolazione residente in Italia). La base dati è il risultato di un’integrazione, effettuata dall’Istat, dei decessi di fonte anagrafica (ANPR e comuni) con i dati sui deceduti risultanti all’Anagrafe tributaria.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Nicholas Mena su Francesca Caruso contro la presenza di Max Felicitas a Gallarate: "Un'autocelebrazione"
Felice su Vita, carriera e famiglia: Rocco Siffredi si racconta sul palco di Varese fra sorrisi e lacrime
Alessandra Toni su Max Felicitas a Gallarate incatenato fuori dall'Isis Ponti: “Libertà, libertà"
Felice su Gli studenti dell'istituto Ponti di Gallarate determinati a incontrare Max Felicitas anche fuori dalla scuola
rosa su Max Felicitas a Gallarate incatenato fuori dall'Isis Ponti: “Libertà, libertà"
Felice su La guerra in Ucraina e la sfida dell'occidente: servono disciplina, determinazione e pragmatismo
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.