Il disegno di Natale in azienda per far compagnia a mamma e papà

In una fabbrica di decorazioni alimentari della Valcuvia appesi in bacheca i disegni dei figli dei dipendenti

Generica 2020

Marco vede i genitori come dei grandi cerchi con gambe e braccia in un giardino fatto di tre alberoni, che invece Mattia disegna come tanti rami scomposti mentre Lorenzo, ad occhio più grandicello, cade nella tentazione di descrivere Babbo Natale, di fianco all’albero, sorpreso mentre porta i regali (un azzardo, perché nessun bambino l’ha mai visto all’opera).

È un Natale particolare.

I vecchi sorridono quando qualcuno parla di “Natale di guerra“ e ne hanno ben donde perché son cose diverse, ma il clima ha certamente il sapore di un momento incompleto, incompiuto, fatto da pensieri difficili che bisogna sopportare, non solo per i più piccoli, anche per i genitori di questi tempi assetati di normalità.

Allora ecco l’espediente: niente blog, niente gruppi WhatsApp per scambiarsi gli auguri.

Il soccorso ai sentimenti arriva dalla vecchia e sincera carta in grado di accogliere ancora, e speriamo per tanto tanto tempo i segni lasciati dall’uomo. In questo caso da piccole donnine e da tanti ometti che li si immagina sul tavolo della cucina di casa o nella cameretta con matita e colori intenti a lasciare un segno per le loro mamme e i loro papà al lavoro.

Impegnati su fogli bianchi e alla fine tutti spiegazzati, ma per dare il meglio: «Hai visto il mio disegno, ti piace?», «È bellissimo, tesoro».

Generica 2020

Succede alla Modecor di Cuvio che propone la bacheca degli auguri fatta dai bimbi dei dipendenti per accompagnarli durante il lavoro in questi momenti sotto le feste che nelle aziende quest’anno seguiranno il trend legato alle misure per combattere la pandemia: nessun assembramento attorno al panettone tagliato in sala mensa, nessun brindisi con lo spumante e il pandoro di fronte alla macchinetta del caffè. Gesti semplici, addirittura per i più sociopatici e i musoni quasi superflui e barbosi fatti di lunghe serate al tavolo col capo, o il collega di una vita («li vedo tutti i giorni, ora pure a cena mi tocca sopportarli?»).

Invece ora li rimpiangiamo tutti quei momenti, quei “tempi morti“ vissuti quasi per inerzia.

Allora a ricordare il Natale ai dipendenti della Modecor, e un po’ a tutti noi, ben venga l’improbabile renna di Rudolf o i coniglietti che si baciano, fuoriusciti dalla meravigliosa fantasia di Aurora.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 16 Dicembre 2020
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